Diabete in pronto soccorso, gli inconvenienti da superare
Istituzioni, clinici e pazienti hanno discusso in Senato delle strategie per una più appropriata gestione delle emergenze nel paziente con diabete. È noto che le variazioni repentine dei livelli di glicemia (crisi iperglicemiche e, all'opposto, un improvviso calo di zuccheri) sono un retaggio dell'epoca in cui mancavano dispositivi evoluti per monitoraggio e l'erogazione della terapia.
Troppo spesso, dopo un accesso al pronto soccorso, questi pazienti tornano a domicilio dimenticando le raccomandazioni, continuano a ricevere prescrizioni obsolete senza avere accesso alle moderne modalità di somministrazione e di monitoraggio dei parametri con continuità, che oggi consentono di visualizzare i dati direttamente sul cellulare in modo da correggere tempestivamente eventuali scompensi.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno viene ricoverato in ospedale almeno un paziente diabetico su sei a causa di complicanze. Considerando che la popolazione diabetica italiana è prossima ai 5 milioni, è evidente l'importanza di garantire una continuità di cura per questi pazienti dopo il ricovero.
Durante un convegno promosso da IHPB (Italian Health Policy Brief) è emerso che i pazienti vengono spesso dimessi dall'ospedale senza ricevere istruzioni adeguate. Sarebbe auspicabile, come emerso dal dibattito moderato da Stefano Del Missier, rivedere il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PTDA) in modo da ampliare l'accesso alle nuove tecnologie e relativi dispositivi, la rimborsabilità consentirebbe una maggiore aderenza terapeutica, che finirebbe per abbattere le spese per complicanze e accessi impropri in pronto soccorso.
La telemedicina, e un network dialogante tra ospedali e territorio (che tuttora faticano a volte per condividere la cartella clinica), sono presupposti necessari per garantire una gestione ottimale dei pazienti con diabete.
La senatrice Daniela Sbrollini, promotrice del dibattito, ha sottolineato che una medicina del territorio più solida potrebbe decongestionare la pressione sul pronto soccorso, consentendo di gestire i casi meno urgenti all'esterno degli ospedali. Questo approccio deve crescere di pari passo con l'innovazione tecnologica.
Simona Loizzo, deputato presidente dell'Intergruppo Parlamentare Sanità e Terapie Digitali, ha evidenziato l'importanza di utilizzare le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione, è necessario nondimeno educare a utilizzare in modo appropriato le tecnologie e valutare la possibilità di estenderle a una popolazione più ampia che potrebbe beneficiarne.
Lina Delle Monache di Federdiabete Lazio sottolinea da parte sua l'importanza della continuità e delle dimissioni protette, basate su un collegamento concreto e fattivo tra ospedale e territorio. Queste devono essere le parole d'ordine per la gestione delle fasi post-ospedaliere dei pazienti, che richiedono un approccio adeguato e multidisciplinare.
In conclusione, è emerso che è fondamentale garantire una adeguata gestione dei pazienti diabetici dopo gli eventi acuti, attraverso un percorso assistenziale strutturato, l'utilizzo delle nuove tecnologie come la telemedicina e un network tra ospedale e territorio. Solo in questo modo si potrà assicurare una migliore continuità di cura e limitare il ricorso in extremis al pronto soccorso.