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Staminali da cordone ombelicale, un dono ancora attuale

Più di trent'anni fa il trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale veniva adottato a livello pionieristico, e negli anni è stato via via introdotto nel trattamento di oltre 80 malattie diverse, tra leucemie, linfomi, anemie e disordini immunitari. Questa pratica viene ricordata a livello mondiale il 15 novembre di ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale del Trapianto di Cellule Staminali da Cordone Ombelicale.

 

Rilanciare le donazioni e promuovere una maggiore consapevolezza sulla possibilità di conservare il cordone ombelicale per un potenziale impiego futuro: questo il senso di un incontro che si è svolto a Roma, nella sala cristallo del centro congressi Hotel Nazionale a Montecitorio, realizzato con il contributo incondizionato di Sorgente, Gruppo FamiCord.

 

In letteratura, come casi clinici, sono riportati più di 40mila trapianti. In Italia le donazioni sono regolamentate per legge. Nel 2022, sono state effettuate grosso modo 7mila donazioni, sono meno di 400 le unità conservate in una banca pubblica. Questo dato mette in evidenza l'opportunità di incrementare la raccolta e di promuovere una maggiore consapevolezza sulle possibili alternative per conservare il cordone ombelicale per eventuali impieghi futuri.

 

Il primo trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale fu realizzato il 6 ottobre 1988 a Parigi su un bambino di 5 anni affetto da anemia di Fanconi. Oggi quel bambino è un uomo adulto, Matthew Farrow, intervenuto a Roma a testimoniare la bontà di quella scelta. Le cellule staminali utilizzate provenivano dal cordone ombelicale della sorellina Alison, che era compatibile come donatrice. Questo trapianto si è rivelato un successo e ha offerto a Matthew una seconda possibilità di vita.

 

Le staminali contenute nel cordone ombelicale tagliato dopo la nascita sono una risorsa. Le unità di sangue conservate possono essere utilizzate immediatamente in caso di trapianto urgente o differite. Rispetto alle cellule staminali provenienti dal midollo osseo o dal sangue periferico, quelle del cordone ombelicale hanno una maggiore capacità di differenziamento, e sono meno a rischio di rigetto grazie alla superiore compatibilità tra donatore e ricevente.

 

Secondo un'indagine del Centro Nazionale Sangue, nel 2022 solo il 6,3% delle donne che hanno partorito in strutture attrezzate per la raccolta ha espresso il desiderio di dare disposizioni per conservare il cordone ombelicale. Inoltre, solo il 5% dei materiali donati entra in una banca pubblica. Ecco perché per poter conservare il cordone ombelicale e disporre del proprio materiale biologico occorre rivolgersi direttamente a banche private.

 

“La nostra mission – dichiara Roberto Marani, amministratore delegato di Sorgente, Gruppo FamiCord – consiste nel sostenere le famiglie che in caso di malattie gravi e debilitanti possono trovare nel sangue cordonale e nel tessuto del cordone ombelicale una risorsa salvavita”. Decine di migliaia di campioni di staminali ogni anno si perdono per i motivi più disparati.

 

“La scienza e le testimonianze dirette di chi ha fatto ricorso a questo prezioso strumento - continua Marani - sono la prova concreta del fatto che le staminali del cordone rappresentano una risorsa in più. Per questo, abbiamo lanciato il Donation Program, grazie al quale offriamo alle famiglie, con un bambino che abbia una malattia in cui le cellule staminali cordonali rappresentano un'opportunità terapeutica, la possibilità di raccogliere e conservare gratuitamente il sangue cordonale alla nascita di un fratello o di una sorella e di utilizzarlo per la cura. Attualmente - conclude Marani - siamo la più grande banca di cellule staminali in Europa e la terza al mondo in termini di campioni biologici conservati''.

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