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Sifilide, gonorrea e clamidia: riemergono le infezioni sessualmente trasmesse

Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono sempre in agguato, ultimamente si è registrato in Italia un incremento significativo dei casi di sifilide, gonorrea e clamidia. Si segnala in particolare una maggiore resistenza del gonococco agli antibiotici. Le conseguenze delle infezioni sessualmente trasmesse possono essere di varia natura: danni al sistema nervoso, sterilità, ripercussioni a carico del feto. Questi temi sono stati affrontati a Roma, al congresso ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research. Buona parte dei dati provendono dai sistemi di sorveglianza sentinella coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità.

  • La gonorrea ha registrato un raddoppio dei casi dal 2019 al 2022, passando da 610 a circa 1.200 casi segnalati al sistema sentinella.
  • La sifilide è aumentata del 20%, passando da 580 casi nel 2021 a 700 nel 2022.
  • La clamidia ha visto un incremento del 25%, con 993 casi nel 2022 rispetto agli 800 del 2019.
  • I giovani sono particolarmente coinvolti, e la prevalenza della clamidia tra le ragazze under 25 è del 7%.
  • Molte infezioni sono asintomatiche, il che rende importante la consapevolezza e la ricerca di informazioni corrette1.
  • Conseguenze. La sifilide può colpire anche il sistema nervoso centrale. La clamidia può sviluppare malattia infiammatoria pelvica, con conseguenze sulla fertilità e complicazioni in gravidanza. L’infezione da gonococco può portare a gravidanze ectopiche, infertilità e aumentare la trasmissibilità di altre IST come l’HIV.
  • Fake news. I giovani spesso non sanno dove reperire informazioni o effettuare controlli regolari. La ricerca sul web può essere fuorviante o approssimativa. La corretta informazione e la consapevolezza dei rischi sono fondamentali per prevenire le IST.

“L’aumento dell’accesso alla profilassi pre-esposizione (PrEP) di HIV rappresenta uno strumento fondamentale di diagnosi precoce e controllo delle altre IST, oggi in incremento nella popolazione sessualmente attiva” sottolinea Andrea Antinori, Direttore del Dipartimento Clinico e di Ricerca dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, dove è attivo un Ambulatorio PrEP che segue stabilmente più di mille persone a rischio.

“Nei protocolli di erogazione e monitoraggio della PrEP – evidenzia Antinori - è previsto il monitoraggio periodico delle IST anche asintomatiche, e questo è un modo per fare emergere un sommerso non diagnosticato nella popolazione a rischio. L’incidenza di nuove diagnosi di IST negli utenti PrEP va dal 16% al 24% e la PrEP si conferma uno strumento per aumentare l’accesso alla diagnosi precoce di IST, e per inserire le persone a rischio in percorsi di prevenzione combinati, al fine di ridurre sia la circolazione di IST che la morbilità ad esse correlata. Anche se va detto, e se ne è discusso oggi a ICAR 2024 in una sessione molto vivace e partecipata del Congresso – prosegue Antinori – c’è un dibattito aperto nella comunità scientifica sul costo-beneficio di uno screening delle persone con IST asintomatiche, anche per i rischi di resistenza antimicrobica nel trattamento estensivo di queste forme in assenza di sintomi. In ogni caso, aumentare l’accesso alla PrEP in key populations oggi non coinvolte nei programmi di profilassi, come le donne cisgender e transgender a rischio e le sex workers, significa non solo aumentare l’accessibilità di questo importante strumento di prevenzione in popolazioni vulnerabili, ma anche implementare programmi di prevenzione complessivi che vedano incluse anche infezioni come sifilide, clamidia e gonorrea”.

 

L'informazione fa la differenza

“Oltre a una scarsa informazione sulle IST diffusa nella popolazione generale – evidenzia Barbara Suligoi , direttore Centro operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità – abbiamo appurato diverse cause specifiche che coinvolgono la popolazione giovanile. I giovani, infatti, spesso non sanno dove reperire le informazioni e dove eseguire i necessari controlli, non si recano regolarmente presso uno specialista come avviene in età adulta con il ginecologo e l’andrologo. Inoltre, spesso si informano sul web, con fonti approssimative se non fuorvianti. Questi elementi avviano un circuito di non consapevolezza, che aumenta esponenzialmente nei momenti di socialità, in cui si abbassa la soglia della prudenza, con la perdita delle inibizioni e delle protezioni. Inoltre, alcuni ragazzi fanno uso di droghe o di chemsex, ma, considerando queste attività occasionali, non le ritengono, erroneamente, situazioni di rischio. Servirebbe quindi una maggiore informazione, un’educazione all’affettività a livello scolastico, percorsi chiari sul territorio per chi abbia bisogno di una consulenza tempestiva in caso di sospetto di aver contratto una IST”. Questi temi saranno ripresi anche in occasione del prossimo congresso della SIMaST, Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili, che si terrà a Roma, il 17-18 ottobre.

 

Congresso ICAR

La 16° edizione di ICAR si è svolta a Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la partecipazione di oltre mille tra specialisti e clinici, giovani ricercatori, infermieri, operatori nel sociale, volontari delle associazioni pazienti, per un’iniziativa che è punto di riferimento per la comunità scientifica in tema di HIV-AIDS, Epatiti, Infezioni Sessualmente Trasmissibili e virali. ICAR è organizzato sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica e del mondo della Community. I presidenti di questa edizione di ICAR sono la Prof.ssa Antonella Cingolani, Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Roma; Prof. Antonio Di Biagio, Professore Associato Malattie Infettive, Università di Genova; Massimo Farinella, Responsabile Salute Circolo Mario Mieli; Prof.ssa Giulia Carla Marchetti, Professore Ordinario di Malattie Infettive Università degli Studi di Milano.

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