Virus sinciziale, infettivologi Simit si appellano all’Aifa: riclassificare anticorpo monoclonale
Gli specialisti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, SIMIT, condividono l’opportunità che l’Agenzia Italiana del Farmaco riclassifichi l’anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale (VRS) Nirsevimab quale farmaco prescrivibile in regime di gratuità per assicurare la sua somministrazione a tutti i neonati. Le istituzioni sono già al lavoro: come recentemente dichiarato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, vi è già stata una riunione con AIFA per arrivare rapidamente ad una soluzione affinché tutti i bambini e le loro famiglie possano avere accesso all’anticorpo, indipendentemente da dove vivono e in tempi celeri.
Oltre il 60% dei bambini contrae il VRS entro il compimento di un anno di età e quasi tutti si infettano almeno una volta entro il compimento dei 2 anni. Considerando un’intera coorte di nascita, oltre il 20% sviluppa un’infezione severa da VRS con necessità di assistenza medica ambulatoriale, mentre quasi il 4% del totale della coorte di bambini nel primo anno di vita richiede ospedalizzazione. Dei bambini ospedalizzati, circa il 20% ha necessità di ricovero in reparti di terapia intensiva. Inoltre, circa il 70% dei bambini che hanno avuto bronchiolite da VRS va incontro a broncospasmo ricorrente negli anni successivi, e quasi il 50% sviluppa asma bronchiale.
“Il Virus Respiratorio Sinciziale lo abbiamo conosciuto meglio negli ultimi anni con il nuovo sistema di monitoraggio delle polmoniti – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Rappresenta un grave problema di salute pubblica, poiché ogni anno in Europa provoca più del 60% delle infezioni respiratorie acute in bambini inferiori ai 5 anni di età, con rischi non trascurabili. La disponibilità dei nuovi strumenti preventivi, i cui risultati di sicurezza ed efficacia sono confermati, deve rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per il SSN. Permetteranno infatti di salvaguardare la salute di soggetti i cui sistemi immunitari non sono completamente sviluppati, come i bambini, offrendo una prevenzione efficace.”, ha concluso Andreoni.