Alzheimer, emergenza mondiale. Associazioni pazienti si rivolgono ai leader del G7
La Davos Alzheimer’s Collaborative (DAC) è un’iniziativa globale che mira a curare l’Alzheimer e migliorare la salute del cervello. L’obiettivo è replicare il successo ottenuto nella lotta contro malattie come l’HIV/AIDS, il Covid e la Malaria. Davos Alzheimer's Collaborative (DAC), insieme all'European Brain Council, alla Global CEO Initiative on Alzheimer's Disease, all'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e a Fondazione Prada, ha lanciato oggi un appello urgente ai leader del G7 affinché affrontino la crescente sfida globale dell'Alzheimer e della demenza, adottando le misure necessarie per garantire un accesso equo alle terapie e alle altre innovazioni disponibili.
Punti Chiave dell’Appello al G7
- Espansione della Ricerca: La DAC sta ampliando la ricerca oltre le popolazioni tradizionali dell’Europa occidentale, includendo le popolazioni del Sud del mondo, dove vive la maggior parte dei malati di Alzheimer.
- Strumenti Accessibili: Introduzione di strumenti diagnostici e di screening a basso costo, insieme a nuove modalità di trattamento e prevenzione, per essere utilizzati nelle cure primarie e nelle comunità sanitarie.
- Salute del Cervello: Promozione della salute del cervello lungo tutto l’arco della vita, affrontando fattori come lo stile di vita e i problemi cardiometabolici.
- Impatto Globale: Senza un’azione efficace, entro il 2050 oltre 150 milioni di famiglie e mezzo miliardo di persone saranno colpite dalla demenza, causando un disastro sociale, economico e di sicurezza globale.
L’appello rivolto al G7 è di agire subito per garantire un accesso equo alle terapie e alle innovazioni disponibili, affrontando la crescente sfida globale dell’Alzheimer e della demenza. La DAC, una partnership globale di organizzazioni che mira a curare la malattia di Alzheimer e a migliorare la salute del cervello, ha lanciato l'allarme in occasione dell’evento collaterale alla riunione dei ministri della Salute del G7 ad Ancona “Promuovere la collaborazione globale per la demenza, la salute del cervello e l'invecchiamento sano: Continuare l'impegno del G7”.
Ad oggi sono circa 55 milioni le persone in tutto il mondo che soffrono di Alzheimer ed entro il 2050 questo numero è destinato a triplicare. La malattia di Alzheimer però coinvolge direttamente anche familiari e caregiver che devono lasciare il lavoro per prestare assistenza e seguire i propri cari. La demenza incide con dei costi diretti sull’economia globale maggiori a 1.300 miliardi di dollari ogni anno - o di 15.000 miliardi di dollari in un solo decennio – ma il carico emotivo che si porta dietro è inestimabile. Innumerevoli persone sono già morte lentamente a causa di questa malattia devastante, e ha segnato la vita di milioni di altre persone.
La richiesta di trovare una terapia in grado di modificare il corso della malattia entro il 2025 fatta al Vertice G8 del 2013 ha posto le basi per la ricerca sull'Alzheimer. Oggi sono disponibili e approvati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, a Hong Kong, nella Corea del Sud, negli Emirati, in Israele e in Cina trattamenti innovativi per la malattia, tuttavia, queste terapie non sono equamente accessibili neanche in questi Paesi, il che crea gravi lacune nonostante l'approvazione a livello normativo. Inoltre, molti pazienti e persone a rischio di sviluppare l'Alzheimer non hanno ancora accesso alle cure più recenti per il rilevamento del deterioramento cognitivo e la diagnosi. L'insieme di questi fattori aggrava notevolmente le disparità sanitarie nel mondo.
Testimonianze
“I Paesi dell'OCSE devono dare l'esempio ponendo la demenza al primo posto nell'agenda politica. È nostro dovere lavorare insieme per affrontare le sfide della diagnosi, migliorare la qualità dell'assistenza e sostenere gli sforzi per monitorare i risultati delle persone affette da demenza, continuando a promuovere la ricerca e lo sviluppo di trattamenti innovativi che facciano la differenza nella vita delle persone”, ha dichiarato Yoshiki Takeuchi, Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) Deputy Secretary-General.
I governi del G7 sono stati pertanto sollecitati a intraprendere le seguenti azioni:
- Espandere la collaborazione globale e intersettoriale,
- Investire nella preparazione del sistema sanitario,
- Creare le condizioni per una diagnosi precoce e accurata,
- Accelerare lo sviluppo e l'erogazione di cure per l’Alzheimer,
- Promuovere la ricerca, l'accesso e l'equità in tutto il mondo.
“La scienza e l'industria stanno iniziando a fornire terapie rivoluzionarie che modificano la malattia e altre sono in arrivo”, ha dichiarato George Vradenburg, presidente fondatore del DAC. “Ora dobbiamo fare in modo che queste innovazioni raggiungano le famiglie che ne hanno bisogno. Il mondo dipende dai Paesi del G7, che devono guidare l'aumento degli investimenti nella ricerca sull'Alzheimer e creare quadri politici e modelli di assistenza sanitaria per garantire che la diagnosi precoce e i trattamenti efficaci siano universalmente ed equamente disponibili in ogni Paese, sia per i ricchi che per i poveri”.
L'Alzheimer è una malattia di notevole preoccupazione a livello italiano, in quanto l’Italia è la seconda Nazione con la popolazione più anziana del mondo, e si stima che più di un terzo degli abitanti entro il 2050 avrà 65 anni o più. Ad oggi ci sono più di 1 milione di persone affette da demenza, di cui 700.000 affette da Alzheimer, e il 44 per cento degli italiani dai 65 anni in su afferma che la memoria o altre perdite cognitive sono un problema importante per loro.2
“Il nostro ruolo nella risposta globale all'Alzheimer sarà significativo”, ha dichiarato Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di Neurologia - SIN. “Considerati i nostri dati demografici di società super-invecchiata, il mondo ci osserverà da vicino mentre affrontiamo le sfide della demenza. Sarà fondamentale garantire che le innovazioni che migliorano e prolungano la vita delle persone affette da Alzheimer siano disponibili per tutti”.
Hilary Evans-Newton, direttore generale di Alzheimer's Research UK, la principale organizzazione benefica per la ricerca sulla demenza, ha aggiunto: “Sono fermamente convinta che, attraverso la ricerca, faremo progressi contro malattie come l'Alzheimer. Ma quando le persone non sono in grado di beneficiare dei frutti di questa ricerca, è straziante. I politici del G7 e non solo devono agire ora per trovare soluzioni affinché le persone affette da demenza non continuino a non poter usufruire di trattamenti innovativi”.