Buon gusto

Gli Stati Generali di Identità Golose: persone, lavoro, squadra, sala e fatica

Carte di identità. Gli Stati Generali portati da Paolo Marchi in congresso a Milano ridefiniscono Identità Golose non solo come luogo di brand e incontri con le aziende sponsor e gli espositori ma anche nell’allargamento dei temi e negli speach congressuali di chef e professionisti da tutto il mondo. Siccome nessuno è perfetto, Identità raccoglie anche critiche e dissensi ma vorrei spendere due considerazioni sul prima e sul dopo. Vale il discorso di Eataly: prima di Farinetti e Identità non esistevano piattaforme a format internazionale, a parte Vinitaly, Il Salone del Gusto e Cibus. Mettiamoci anche i Taste. Oggi Eataly è un piccolo e conosciuto player locale e Identità un format che sta nel mondo col mondo. E cerca di crescere. Trovavo onestamente un po’ fumosi alcuni temi recenti legati allo star system e alla materia, mentre il Fattore Umano riporta tutto alla persona e la costringe alla verità, uscendo dal racconto.

Ho letto alcuni atti in cui si parla di fatica, lavoro, importanza, finalmente, della sala. Della ristorazione vista dall’ingresso all’uscita, passando per accoglienza, competenza, fornelli, un perfetto e sincronico gioco di squadra. Quindi, una frequentazione laica e critica di Identità non può fare che bene, mi piace quando Paolo e i suoi scoprono cose nuove senza dimenticarne altre, note da tempo ma non meno importanti. Il nuovo non può essere una categoria assoluta. Ma Identità si muove e questa è una buona notizia.

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