Sublime Valduga
Firenze, 28 aprile 2012 - I due sonetti proposti sono tratti da Medicamenta e altri medicamenta (Einaudi 1989). Patrizia Valduga – voce di spicco della poesia italiana contemporanea – ha pubblicato di recente, ancora per i tipi di Einaudi, Libro delle laudi (2012). Recenti e assolutamente consigliabili pure la sua antologia dal titolo Poeti innamorati (Interlinea 2011) e il Breviario proustiano (Einaudi 2011).
Poetessa naturalmente molto dotata e molto colta, bravissima, Patrizia Valduga ha fatto propria la crisi del linguaggio lirico moderno, riuscendo a conferirgli per via di recuperi e contaminazioni nuova dignità letteraria. Una tradizione illustre si fa modernità, i metri e le forme tornano ad allestire la sostanza.
Come ha a suo tempo affermato Luigi Baldacci, acuto prefatore di Medicamenta e altri medicamenta, nei versi della Valduga «problema retorico e problema esistenziale si fondono perfettamente: anzi il piano della retorica è la metafora di quello dell’esistenza»; a tal punto che non è possibile rintracciare nell’attualità «un poeta che abbia allacciato così strettamente la propria urgenza di esistere con l’urgenza di dire e di dirsi». Con risultati davvero straordinari, espressivamente soggioganti.
Marco Marchi
Da «Medicamenta e altri medicamenta»
In nome di Dio, aiutami! Ché tanto
amor non muta e muta mi trascino.
Ancora sete ho di te... soltanto
sola a te solo e col sole declino.
O marea d’amore viverti accanto
e arresto del cuore, amor mio divino,
che eterni della vita luce e canto.
La mia ne muore... dal ricordo sino
al qui ancora verso il cuore in cammino,
verso te, mio dissorte eppur destino...
se non di morte... ora di te rimpianto...
e il mare discolora il mio mattino.
Ma tu incatenami all’amato incanto,
resta, è giorno, vieni più vicino.
***
Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera... rallenta... disorientami.
Cuocimi bollimi addentami... covami.
Poi fondimi e confondimi... spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami... ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami... comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
Patrizia Valduga