Firenze, 1 aprile 2013  E’ questo – Compleanno Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922). ‘Alla mia nazione’ –, il post più letto, commentato e apprezzato del mese di marzo. Così hanno deciso i lettori del blog, decretando per una seconda volta vincitore, dopo il successo del post di febbraio incentrato su Supplica a mia madre  Sei insostituibile. ‘Supplica a mia madre’ di Pier Paolo Pasolini , Pasolini. Al secondo posto, ma per un solo punto in più rispetto al terzo qualificato (almeno ad oggi, 1 aprile 2013),  la brava Alda Merini con il post anniversario caduto proprio nella “Giornata mondiale della poesia” a suo tempo voluta dall’Unesco, molto piaciuto, ‘Giornata mondiale della poesia’ e compleanno Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931). ‘Sono nata il ventuno a primavera’; al terzo posto, ma come dicevamo sostanzialmente alla pari con il secondo, di nuovo Pasolini, con San Pietro e il Gelsomino. ‘A un papa’ di Pier Paolo Pasolini.

Semplice considerazione di bilancio, a carattere generale e penso agevolmente consivisibile da parte di tutti: Pasolini continua a rappresentare una voce di cui abbiamo ancora  bisogno nel confrontarci con la realtà. Come si legge in uno dei vostri commenti qui sotto raccolti: “Pasolini ci manca, ci mancano la sua disperazione e il suo infinito amore per la vita, per una vita più giusta e più vera, ci mancano la rabbia e il dolore di un poeta autentico, le sue contraddizioni, la sua dismisura, la sua operante profezia. Ma quello che tu sei stato, caro P.P.P., non ha mai smesso per noi di esistere”. E in altri, più lapidariamente, ma il senso è lo stesso: Versi carichi di civile indignazione. Mai così attuali come in questo momento”, “Attualissima” (la poesia), “Profetico” (il poeta).

Buona rilettura e buon rinnovato ascolto via video (con un Vittorio Gassman eccellente: molto efficace e affiatato con il testo nell’invettiva, polemico e virulento quel che occorre, davvero in gran forma).

Marco Marchi

Compleanno Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922). ‘Alla mia nazione’ 

VEDI IL VIDEO “Alla mia nazione” di Pier Paolo Pasolini letta da Vittorio Gassman

Alla mia nazione

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico,
        ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
        governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
        funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
        Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
        tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
        proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
        che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Pier Paolo Pasolini 

(da La religione del mio tempo, 1961, ora in Tutte le poesie)

Leggi il post correlato Anniversario Pasolini (Ostia, Roma, 2 novembre 1975). Il poeta e la Storia

I COMMENTI

FrancescoNigi
Da poco ho iniziato ad interessarmi di Pasolini, forse per la mia giovane età o più appropriatamente per la mia ignoranza, ma devo dire, se mi è permesso, che trovo questa poesia una meraviglia e mi stupisco e ne rimango sbalordito di come riesca a rendersi attuale ai giorni nostri. Genio.

giuliano.giannini
Avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi”… Meravigliosa! Se tu fossi ancora tra noi, di certo non ti mancherebbero spunti né ispirazione per scriverne tante altre così. Ispiratore del popolo, luce profetica stile Dante e Hugo, che chiamò “Petit” quel Napoleone ritenuto non degno di portare il nome dello zio, innamorati in ogni fibra del loro corpo del proprio Paese, della propria Terra, irati all’idea che venisse delegittimata. Leggendola ho pensato, anche se diverse nella forma, a “La grande proletaria si è mossa” dove Pascoli in un punto iniziale del discorso dice “Si diceva: – Dante? Ma voi siete un popolo d’analfabeti! Colombo? Ma la vostra è l’onorata società della camorra e della mano nera! Garibaldi? Ma il vostro esercito s’è fatto vincere e annientare da africani scalzi! Viva Menelik!” altra elegia di inestimabile valore alla nostra terra italica, “alla patria nobilissima su tutte le altre” che però urge di un riscatto morale ed etico non indifferente, urge di auto-consapevolezza e giudizio. E con parole più amare, cariche di rabbia, di quella sana rabbia e voglia di reagire che deve trovare un pugile, esausto, all’ultimo round, di fronte al rischio di un knock-out, Pasolini da buon coach, da la giusta strigliata al suo atleta, affinché come una fenice, rinasca dalle proprie ceneri. Bella e significativa anche l’interpretazione di Gassman, che con parole molto sentite dichiarerà: “Pier Paolo rappresenta forse l’assenza più pesante nel tessuto della cultura contemporanea”.

ErikaOlandeseVolante
Uno schiaffo così forte si può dare solo a chi si ama davvero, per smuoverlo, per spronarlo, per costringerlo con un gesto violento e disperato a prendere atto di sé e dei suoi errori, della realtà da cambiare. E’ dall’amore che sgorgano queste parole brucianti, lo stesso amore che traspariva in un tempo ancora più lontano dai celebri versi danteschi. Ci sono epoche, come purtroppo la nostra, in cui qualche cittadino-amante s’indigna, inveisce, grida contro la “bella donna” che non può, non deve, non ha il diritto di ridursi così, a “donna di bordello”.

PIA
Attualissima!!

MassimilianoBertelli
Versi carichi di civile indignazione. Mai così attuali come in questo momento storico. L’ultimo verso non lascia speranza – su questo divergo. Possiamo ancora salvarci. Sprofondare non serve, e il mondo siamo noi. Con le nostre azioni e con le nostre parole. Ancora e sempre performative.

tristan51
Appropriato e sempre godibile anche quello che dice, in un video del post correlato, il regista-Orson Welles della “Ricotta”.

MarcoCapecchi
Sì! Letto da qui e in questo tempo, siamo proprio come ci descriveva Pasolini. Che nostalgia di lui e come è profetico il suo dire. Buon compleanno Pierpaolo.

TommasoMeozzi
L’associazione “borghesi”-“porci”, nella sua brutalità, ci porta a riflettere sui modelli proposti dalla società industriale. Focalizzerei sulla proprietà privata non tanto nella sua valenza economica, quanto in quella psicologica: “sistemarsi”, “mettersi a posto”, “mettere al sicuro”. Tanto più bello scoprire il diverso, e rinascere nell’immaginario che l’altro ci apre. Davvero.

stillafarota
Leggo questi versi e poi, di seguito, la data “1961”. Mi chiedo dunque come avrebbe potuto reagire Pasolini redivivo difronte allo scempio dell’Italia attuale. Sarebbe forse impazzito, incapace di sopportare la propria ossessiva impossibilità di rendere – come è stato osservato – conoscibile l’irriconoscibile. Oppure avrebbe ostinatamente continuato a scrivere e a descrivere e a decifrare quella realtà occultata che oggi per convenienza o servilismo non viene smascherata nemmeno da chi dovrebbe far cronaca per mestiere. Quel che è certo è che più si conosce Pasolini, più ci manca la sua presenza. Ci rimangono le sue parole, che ci fanno capire come non basti un capo-popolo per sgombrare i palazzotti dai porci. I porci sono fra noi da decenni; noi li abbiamo assecondati e abbiamo permesso loro di cambiare il nostro stile di vita e il nostro modo di pensare. Per ripulire i porcili bisogna pulire prima le nostre menti. Ci vorrebbe un nuovo illuminismo. In questo senso, la poetica pasoliniana si rivela oggi in tutta la sua validità e si rivela per noi e per il nostro paese indispensabile.

Giovannella
È trascorso più di mezzo secolo e l’invocazione di Pasolini si rivela ancor più attuale oggi. Triste constatazione, dato che le parole dello scrittore dipingono una realtà aderente a quella odierna. Vale a dire che niente è cambiato e quello spirito di unità e condivisione, condizione necessaria affinché una nazione evolva, non si è sviluppato.

GiuliaBagnoli
Una critica alla propria nazione che “non è”, tanto da non poterne pronunciare neppure il nome. Pasolini è molto critico nei confronti della borghesia dominante (“Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci”): non può essere usata la parola Italia, né quella di patria per certi “porci”. Si parla qui infatti soltanto di nazione, come di un qualcosa che è appena nato, ma che non ha ancora sviluppato un vero senso di appartenenza.  Ma oggi un senso di appartenenza c’è?

m
Profetico davvero. E commovente è la profonda, sofferta eticità dell’invettiva pasoliniana. Da imparare a memoria e recitare come un mantra; chissà che non produca davvero qualche effetto positivo…

IsoladiFederigo
Pasolini ci manca, ci mancano la sua disperazione e il suo infinito amore per la vita, per una vita più giusta e più vera, ci mancano la rabbia e il dolore di un poeta autentico, le sue contraddizioni, la sua dismisura, la sua operante profezia. Ma quello che tu sei stato, caro P.P.P., non ha mai smesso per noi di esistere.

tristan51
Profetico.

Leggi i post correlati Febbraio, il post del mese (con i vostri commenti) , ‘Notizie di poesia’. Gennaio, il post del mese (con i vostri commenti)

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