Notizie di poesia

Settembre, andiamo. ‘I pastori’ di Gabriele D’Annunzio

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Gabriele D'Annunzio

Firenze, 3 settembre 2013

I pastori

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.



Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.



E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!



Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria,
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.



Ah perché non son io cò miei pastori?

Gabriele D'Annunzio

(da Alcyone, 1903)

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