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Il Vangelo di Pasolini: cinquant’anni

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Firenze, 4 aprile 2014 - Articolo pubblicato su "La Nazione" di oggi.

Omaggio a Pasolini. Quel "Vangelo" straordinario

Il film-capolavoro di Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo” compie cinquant’anni. Firenze, soltanto in nome delle ragioni della cultura, celebra la ricorrenza, battendo sul tempo ogni luogo deputato del ricordo: prima di Matera, dove il film, com’è noto, fu in gran parte girato (i Sassi poi copiati da Mel Gibson); e prima di Assisi, dove, tra le mura della “Cittadella” di Don Giovanni Rossi, l’idea del film scoccò. 

Una giornata di studi organizzata dall’Università in collaborazione con “Rive Gauche-Arte Cinema” e il Centro Studi Jorge Eielson, che si tiene oggi dalle 10,30 alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Piazza Brunelleschi.

Un “Omaggio” culminante nella proiezione del film, teso a mettere criticamente in luce significati, ma anche incubazioni e antecedenti dell’incontro di Pier Paolo Pasolini con la figura di Gesù, e in particolare con quella del Cristo crocifisso: dall’episodio cinematografico in chiave ferocemente antiborghese della “Ricotta”, con i quadri viventi calcati su Rosso Fiorentino ed il Pontormo e la vera morte in croce del borgataro Stracci, alle inquadrature conclusive di “Mamma Roma”, con il giovane Ettore agonizzante su un letto di contenzione ripreso come fosse il Cristo morto di Mantenga.

Non senza precedenti di tipo letterario, per i quali si arretra addirittura di vent’anni, con le poesie su tema cristico dell’“Usignolo della Chiesa Cattolica”.

Marco Marchi

La Crocifissione

 «Ma noi predichiamo Cristo crocifisso:
scandalo pe’ Giudei, stoltezza pe’ Gentili.»
Paolo, Lettera ai Corinti

Tutte le piaghe sono al sole
ed Egli muore sotto gli occhi
di tutti: perfino la madre
sotto il petto, il ventre, i ginocchi,
guarda il Suo corpo patire.
L’alba e il vespro Gli fanno luce
sulle braccia aperte e l’Aprile
intenerisce il Suo esibire
la morte a sguardi che Lo bruciano.

Perché Cristo fu ESPOSTO in Croce?
Oh scossa del cuore al nudo
corpo del giovinetto... atroce
offesa al suo pudore crudo...
Il sole e gli sguardi! La voce
estrema chiese a Dio perdono
con un singhiozzo di vergogna
rossa nel cielo senza suono,
tra pupille fresche e annoiate
di Lui: morte, sesso e gogna.

Bisogna esporsi (questo insegna
il povero Cristo inchiodato?),
la chiarezza del cuore è degna
di ogni scherno, di ogni peccato
di ogni più nuda passione...
(questo vuol dire il Crocifisso?
sacrificare ogni giorno il dono
rinunciare ogni giorno al perdono
sporgersi ingenui sull’abisso).

Noi staremo offerti sulla croce,
alla gogna, tra le pupille
limpide di gioia feroce,
scoprendo all’ironia le stille
del sangue dal petto ai ginocchi,
miti, ridicoli, tremando
d’intelletto e passione nel gioco
del cuore arso dal suo fuoco,
per testimoniare lo scandalo.

Pier Paolo Pasolini 

(1948-1949; da L'usignolo della Chiesa Cattolica)

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