VEDI I VIDEO Il sonetto “Tu m’hai sì piena di dolor la mente” di Guido Cavalcanti letto da Mario Luzi (da 8:48)“Io vidi li occhi dove Amor si mise” , “I’ vegno ‘l giorno a te ‘nfinite volte” letto ancora da Mario Luzi (da 5:34) ,“Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io” di Dante per la voce di Arnoldo Foà , “Ballatetta” cantata da Stefano Palladini

Firenze, 11 luglio 2015

Tu m’hai sì piena di dolor la mente

Tu m’hai sì piena di dolor la mente,
che l’anima si briga di partire,
e li sospir’ che manda ‘l cor dolente
mostrano agli occhi che non può soffrire.

Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: “E’ mi duol che ti convien morire
per questa fiera donna, che nïente
par che piatate di te voglia udire”.

I’ vo come colui ch’è fuor di vita,
che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia
fatto di rame o di pietra o di legno,

che si conduca sol per maestria
e porti ne lo core una ferita
che sia, com’egli è morto, aperto segno.

Io vidi li occhi dove Amor si mise

Io vidi li occhi dove Amor si mise
quando mi fece di sé pauroso,
che mi guardâr com’ io fosse noioso:
allora dico che ’l cor si divise;

e se non fosse che la donna rise,
i’ parlerei di tal guisa doglioso,
ch’Amor medesmo ne farei cruccioso,
che fe’ lo immaginar che mi conquise.

Dal ciel si mosse un spirito, in quel punto
che quella donna mi degnò guardare,
e vennesi a posar nel mio pensero:

elli mi conta sì d’Amor lo vero,
che[d] ogni sua virtù veder mi pare
sì com’ io fosse nello suo cor giunto.

Guido Cavalcanti

(dalle Rime)

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