Isola Difederigo
La poesia di Caproni ruota intorno alla sfiducia nella rappresentabilità del reale, e all'invenzione di allegorie e messe in scena sostitutive. Come qui, nel suo straordinario canzoniere per la madre morta dove l'esperienza del lutto è trasposta nell'epifania di Annina viva più che mai nel pensiero e nelle parole del figlio-fidanzato, a parziale risarcimento di una dolorosa negazione di senso che è prima di tutto privazione d'affetto.

framo
"Prima di giorno", prima che il sole della mattina torni a gettare le consuete ombre e ad agire sull'animo dell'uomo - prima ancora che su quello del poeta - come "acuta spina". L' apparizione di Annina, aderendo in pieno al suo incedere mobile e reale di mamma amatissima, ce la restituisce intatta e da qui la proietta altrove. Nel suo darsi come annuncio più che mattiniero, come "primo albeggiare", questo intenso testo poetico riesce a mettere a segno la sua sfida più propria: contrastare ogni logica di umana sparizione spazio-temporale, osando battere sul tempo la  "primamattina / del ... non potersi (più) destare". Ogni sforzo del poeta qui appare come un gesto-ricordo tenero, vivido e vitale, un felice fermentare di "rime ventilate ... (per sempre) verdi, elementari", tristi e malinconiche dunque, ma tutt'altro che crepuscolari. Al pari di suo figlio, almeno qui, Annina c'è. Carissimo Caproni, grazie.