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Il sogno di John Donne

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Firenze, 10 aprile 2023 Ricordando che il 31 marzo scorso ricorreva l'anniversario della morte di John Donne (Londra, 31 marzo 1631).

Il sogno

Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a svegliarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognar tutto il sogno,
ora viviamo il resto.

Come un lampo o un bagliore di candela
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Pure (giacché ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
sapevi i miei pensieri oltre l’arte di un angelo,
quando sapesti il sogno, quano sapesti quando
la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, confesso che profano
sarebbe stato crederti qualcos’altro da te.

Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora il levarti mi fa 
dubitare
che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce 
che debbono esser pronte
sono accese e rispente, così tu tratti me.
Venisti per accendermi, vai per venire. Ed io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.

(traduzione di Cristina Campo)

The Dream

Dear love, for nothing less than thee
Would I have broke this happy dream ;
It was a theme
For reason, much too strong for fantasy.
Therefore thou waked'st me wisely ; yet
My dream thou brokest not, but continued'st it.
Thou art so true that thoughts of thee suffice
To make dreams truths, and fables histories ;
Enter these arms, for since thou thought'st it best,
Not to dream all my dream, let's act the rest.

As lightning, or a taper's light,
Thine eyes, and not thy noise waked me ;
Yet I thought thee
— For thou lovest truth —an angel, at first sight ;
But when I saw thou saw'st my heart,
And knew'st my thoughts beyond an angel's art,
When thou knew'st what I dreamt, when thou knew'st when
Excess of joy would wake me, and camest then,
I must confess, it could not choose but be
Profane, to think thee any thing but thee.

Coming and staying show'd thee, thee,
But rising makes me doubt, that now
Thou art not thou.
That love is weak where fear's as strong as he ;
'Tis not all spirit, pure and brave,
If mixture it of fear, shame, honour have ;
Perchance as torches, which must ready be,
Men light and put out, so thou deal'st with me ;
Thou camest to kindle, go'st to come ; then I
Will dream that hope again, but else would die.

John Donne 

(da Poesie amorose, poesie teologiche, Einaudi 1971)

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