Goethe e la luna
VEDI I VIDEO "An den Mond" , "An den Mond" secondo Schubert (D 259) , ... ancora secondo Schubert (D 296) , ... e secondo Pfitzner , Trailer del film "Goethe!" di Philipp Stölzl (2010)
Firenze, 28 agosto 2024 – Ricordando che il 28 agosto 1749 nasceva a Francoforte sul Meno il grande Johann Wolfgang von Goethe.
Non c'è tema più consono alle poetiche del romanticismo della meditazione sollecitata dalla luna: basti pensare ad alcuni dei bellissimi Canti di Leopardi, e tra essi, noti a tutti per la loro bellezza, il Canto del pastore errante dell'Asia e Alla luna. Anche Johann Wolfgang von Goethe, di cui ricorre oggi l'anniversario della nascita, ha dedicato versi mirabili alla selenica creatura, e ad essa rivolgendosi direttamente scrive, in un componimento come in Leopardi intitolato Alla luna: "Di nuovo inondi la boscaglia e la valle / calma nella bruma / e infine sciogli ora / l’anima mia tutta; // diffondi sopra i miei campi / il tuo sguardo di pace, / dolce come l’occhio dell’amico / dinanzi alla mia sorte // ogni rintocco sente il mio cuore / tempo felice e cupo / muta tra gioia e dolore / nella solitudine".
Versi così suggestivi e musicali da stimolare la creatività derivata di musicisti del calibro di Schubert! E anche di questo fenomeno di arte prodotta dall'arte, ampliando il discorso a intere opere di Goethe come il Faust o I dolori del giovane Werther, i video allegati al post di oggi intendono a loro modo testimoniare.
Buona giornata con Goethe e con le sue meraviglie generatrici di altre meraviglie passate alla storia!
Marco Marchi
Alla luna
Di nuovo inondi la boscaglia e la valle
calma nella bruma
e infine sciogli ora
l’anima mia tutta;
diffondi sopra i miei campi
il tuo sguardo di pace,
dolce come l’occhio dell’amico
dinanzi alla mia sorte
ogni rintocco sente il mio cuore
tempo felice e cupo
muta tra gioia e dolore
nella solitudine.
Scorri, scorri, caro fiume!
mai sarò felice;
si sono così dissipati scherzi e baci
e pure la fedeltà
Questo ebbi un giorno,
ed è così delizioso!
che pure nella propria pena
mai lo si dimentichi!
Mormora, fiume, lungo la valle,
senza requie,
sussurra al mio canto
melodie!
Quando tu nella notte d’inverno
furioso straripi
o nella fulgida primavera
fai schiudere i teneri germogli.
Beato chi al mondo
senza odio si chiude
tiene al petto un essere amico
e con questi gode,
di ciò che gli uomini ignorano
o disprezzano
e per il labirinto del cuore
va errando nella notte.
An den Mond
Füllest wieder Busch und Tal
Still mit Nebelglanz,
Lösest endlich auch einmal
Meine Seele ganz;
Breitest über mein Gefild
Lindernd deinen Blick,
Wie des Freundes Auge mild
Über mein Geschick
Jeden Nachklang fühlt mein Herz
Froh- und trüber Zeit,
Wandle zwischen Freud' und Schmerz
In der Einsamkeit.
Fließe, fließe, lieber Fluß!
Nimmer werd' ich froh;
So verrauschte Scherz und Kuß
Und die Treue so.
Ich besaß es doch einmal,
was so köstlich ist!
Daß man doch zu seiner Qual
Nimmer es vergißt!
Rausche, Fluß, das Tal entlang,
Ohne Rast und Ruh,
Rausche, flüstre meinem Sang
Melodien zu!
Wenn du in der Winternacht
Wütend überschwillst
Oder um die Frühlingspracht
Junger Knospen quillst.
Selig, wer sich vor der Welt
Ohne Haß verschließt,
Einen Freund am Busen halt
Und mit dem genießt,
Was, von Menschen nicht gewußt
Oder nicht bedacht,
Durch das Labyrinth der Brust
Wandelt in der Nacht.
Johann Wolfgang von Goethe
(1778)
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