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Il viaggio di Michael Krüger

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Firenze, 11 dicembre 2024 Ricordando che ieri l'altro ricorreva il compleanno del poeta tedesco Michael Krüger (Wittgendorf, 9 dicembre 1943).

Discorso del viaggiatore

È libera quella sedia?
Posso sedermi?
E’ da tanto che sono in viaggio.
Le mie scarpe
hanno carpito ai ciottoli il poema delle strade,
all’asfalto il suo sospiro oleoso.
Sono andato sempre per vie tracciate da altri,
ogni pietra un ricordo di viaggiatori precedenti.
Ho sentito il freddo ed il calore inafferrabile,
l’infelicità l’ho riconosciuta dagli occhi splendenti.
L’amore non mi ha mai trattenuto.
E il dolore
ha camminato accanto a me
e voleva sorpassarmi.
Ho ascoltato canti e discorsi sciolti
nessuna rima mi ha fatto inciampare.
Ho incontrato uomini,
che avevano risolto il problema della morte,
ed altri che continuavano a credere nell’immortalità.
Ho raccolto tutto ciò
che i miei predecessori hanno fatto cadere,
da appesantirmi tanto lo zaino.
Adesso che mi sto riavvicinando all’inizio,
i piedi non mi ubbidiscono più.
Sono stanco,
ci vedo a stento,
ho fatto il viaggio a spese degli occhi.
Se permettono prendo un pezzo di pane
e un po’ di vino.
Grazie.
Adesso mi sento quasi come a casa.

(traduzione di Anna Maria Carpi)

Rede des Reisenden

Ist dieser Stuhl noch frei? Darf ich mich setzen?
Ich bin schon lange unterwegs. Meine Schuhe
haben den Kieseln das Epos der Straße entlockt,
dem Asphalt sein öliges Seufzen. Stets bin ich
auf Wegen gegangen, die andere angelegt haben,
jeder Stein eine Erinnerung an frühere Wanderer.
Ich spürte die Kalte und die uneinnehmbare Wärme,
das Unglück erkannte ich an den leuchtenden Augen,
Die Liebe hielt mich nicht auf. Und der Schmerz
lief neben mir her und wollte nicht überholen.
Liedern hörte ich zu und ungebundener Rede,
kein Reim ließ mich stolpern. Ich traf Menschen,
die das Problem des Todes gelöst hatten,
und andere, die noch immer an die Unsterblichkeit glaubten.
Alles, was meine Vorgänger fallen ließen,
ich hob es auf, das macht meinen Rucksack so schwer.
Jetzt, wo ich mich wieder dem Anfang nähere,
versagen die Füße den Dienst. Ich bin müde,
kann kaum noch sehen, die Reise ging auf Kosten der Augen.
Wenn Sie gestatten, nehme ich ein Stück Brot
und etwas Wein. Danke. Jetzt fühle ich mich fast wie
daheim.

Michael Krüger

(da Il coro del mondo. Poesie 2001-2010)

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