Blow up

Forza Sufjan

Si narra che Madonna rimase folgorata da lui quella notte. La notte degli Oscar. Elliott Smith aveva appena eseguito - era il 1998 - la sua "Miss Misery" contenuta in "Will Haunting-Il genio ribelle" di Gus Van Sant. Versione struggente, con tanto di orchestra, di un pezzo emozionante. Lui pensò solo a cantare quel pezzo e l'unico sguardo lo regalò - furtivo - a Jack Nicholson. Alla fine l'Oscar come miglior canzone lo prese Celine Dion con "The heart will go on", direttamente da Titanic. A  incoronarla fu proprio Madonna che esclamò "what a shocker". Pensando a Elliott. Vent'anni dopo, non così incidentalmente come sembrerebbe, è candidata all'Oscar come miglior canzone "Mistery of love" di Sufjan Stevens. Cantautore indie, irregolare quanto Elliott Smith. Non meno lirico dello Smith e, fortunatamente, ancora vivente, vista la triste e tuttora misteriosa fine del suddetto Elliott. "Mistery of love" è canzone da amare alla follia. Proprio come quella "Miss Misery" di Elliott. Sufjan arriva, anagraficamente parlando, un po' più tardi sul palco degli Oscar. Ha 43 anni e almeno un paio di dischi da ascoltare e riascoltare senza annoiarsi. Anzi, facendosi trasportare in quel viaggio interrotto - voleva fare un disco per ogni stato degli Usa - nell'America.  Un ascolto che può cominciare dal capolavoro "Carrie & Lowell". Le sue canzoni sono già state prese in prestito da altri registi. "Chicago" e "No man's land" finirono dritte nella colonna sonora di "Miss Little Sunshine". Ma questa "Mistery of love" è stata pensata propriamente per il film del nostro (si fa per dire, visto il ritardo elefantiaco con cui l'Italia si è accorta di lui) Luca Guadagnino che ha ricevuto quattro nomination per il suo "Chiamami col tuo nome". Film che arriva questo fine settimana nelle nostre sale. La canzone di Sufjan è perfetta per la pellicola di Guadagnino. Speriamo che riesca dove Elliott - ma non per colpa sua - non è riuscito. Forza Sufjan.

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