Diritto di Cronaca

Ecco una gradita sorpresa: i vigilanti privati in carrozza

La settimana scorsa ero alla stazione delle Ferrovie Nord di Venegono Superiore e ho constatato di persona che finalmente sono iniziati i lavori di rifacimento delle facciate. Salito sul treno delle 11.26 per Varese, ho avuto l’altra gradita sorpresa di vedere due vigilanti che facevano la spola tra le carrozze. La nota un po’ dolente è che non scortavano il controllore, quando, secondo me, sarebbe molto utile che si facesse rispettare l’obbligo di avere il biglietto in regola. Enzo Bernasconi, Varese 

In una mail successiva il nostro lettore specifica di non essere stato richiesto del biglietto. Capiamo l’irritazione di chi, diligente pagatore di biglietti e abbonamenti, non vede transitare il  capotreno-controllore (agente unico, non dimentichiamolo) che avrebbe verificato il suo comportamento di viaggiatore onesto e corretto. Soffermiamoci invece sull’aspetto positivo: quei due vigilantes impegnati nella spola fra carrozza e carrozza. Non è poco in tempi, non solo ferroviari, ahinoi, di maleducazione, intolleranza, violenza, insicurezza. Personalmente, vorremmo dire
all’amico varesino che più invecchiamo  e più apprezziamo la vista di una divisa, qualunque sia. Riceviamo dagli amici pendolari numerose e assolutamente giustificate lamentele sull’assenza
di controlli a bordo dei nostri treni.  Quando la vigilanza è presente, non possiamo fare altro che rallegrarci. Di recente, caro Bernasconi, abbiamo ripreso in mano dopo tanto (troppo) tempo l’antologia dell’“Arcimatto”, il diario-zibaldone tenuto per anni da Gianni Brera sul “Guerin sportivo”. Un libro prezioso, edito da Longanesi nel remotissimo 1977, curato con passione e sagacia dall’amico AndreaMaietti, all’epoca giovane professore di lingua e letteratura inglese al liceo scientifico di Lodi. Il Gran Lombardo, inteso come gioannbrerafucarlo, dedica una delle sue perle scrittorie ai vigili milanesi. «Vorrei avere cervello e voglia per una ballata dal ritmo giustamente gaio ma non sversato. I vigili  di Milano sono la mia fierezza etnica. Vigile di Milano era il mio amico Gioann Bozzi, che insulto ancora oggi per il dolore che mi ha dato con la sua morte. Vigili di Milano sono miei compagni d’infanzia che avrebbero avuto esiti olimpici se non fossero nati
e cresciuti come me in un misero limbo bassaiolo. Quando ne vedo uno con gli appiombi perfetti, penso a Bismarck, vedi stranezza, che per tutta l’Africa nera non avrebbe sacrificato un solo granatiere di Pomerania». In poche righe di presentazione Maietti spiega le ragioni di questo atto di sobrio ma inteno affetto: «Brera nutre simpatia per tutti coloro che con onesto lavoro contribuiscono a rendere la vita degli altri più tranquilla e sicura». Condividiamo. Sottoscriviamo. gabrielemoroni51@gmail.com

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