Il Milan!

Sassuolo – Milan 0-2: contento lui…

Probabilmente a Reggio non c’era nulla da salvare. Mi riferisco alla panchina di Montella. Perché? Semplice, una squadra coesa che deve lottare per il proprio allenatore entra in campo con un altro piglio.
L’Aeroplanino al solito ci mette del suo con la solita formazione infarcita di gente fuori ruolo, schema non congeniale e una sola punta, pupillino Kalinic, a lottare solo tra le maglie verdenere dei giocatori del Sassuolo. Il Milan vince ma, personalmente, non mi convince. Il gol del vantaggio, dopo 39 minuti di pochezza, arriva su calcio d’angolo. Va bene, ci sta e fa parte del gioco però sino a quel momento le occasioni da gol sono state con il contagocce. Certo, dopo la partita è cambiata, il Milan ha avuto chance di ottenere un risultato anche più rotondo del 2-0 ma non dimentico la pochezza iniziale. Anche il gol del raddoppio è arrivato da un’azione individuale di Suso. Quando lo spagnolo si accende qualcosa di buono nasce, in alternativa nulla accade.
Prendiamo la difesa. Nessun gol preso questa sera grazie a un paio d’interventi decisivi di Bonucci e un Sassuolo non proprio come il Napoli in avanti. Però dico: nonostante Bonucci giochiamo smaccatamente a quattro. Il camuffo dei tre quando impostiamo l’azione non c’entra nulla con la fase difensiva che è a quattro con Calabria, e Abate dopo, che arretra sulla linea. Assodato questo aspetto mi sorge spontanea una domanda. Perché Romagnoli a fare l’esterno sinistro quando è palese della differenza rispetto a quando fa il centrale?
Cambiamo fronte. Perché il Milan ha il problema di segnare? Semplice. In area non ci sono uomini! Roma, Juve, Inter quando attaccano lo fanno con cinque o sei effettivi. Noi quando abbiamo Kalinic che si allarga puntiamo su un taglio di Borini e, con il solo croato in area, è follia sperare che un cross, che giustamente non arriva neppure, possa venire trasformato in rete.
Montella però continua per la sua strada da permaloso qual è e così noi siamo costretti ad assistere a questo spettacolo ben diverso da quello di una squadra che ambisce ad essere grande.

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