Il Milan!

Benvenuto Rino

Finalmente ho capito da dove nasceva il problema con Montella. Lo ha detto lui stesso: "la squadra mi seguiva!". Probabilmente fossero andati per loro conto si sarebbero ottenuti risultati migliori!
Scherzi a parte, probabilmente Montella non è un allenatore per grandi squadre oppure sarà stato sfortunato. Di fatto l'avvicendamento non era più procrastinabile perché la squadra non giocava a calcio. Tardivo? Fuori tempo? Tutto è opinabile. Certamente dopo le sconfitte era richiesta una serie di vittorie e invece con il Torino, in un turno apparentemente favorevole, il Milan ha perso punti da Napoli, Juventus e Inter senza guadagnarne su Roma e Lazio. Inaccettabile.
Nell'aver visto l'elenco degli allenatori la sensazione è che Gattuso sia un ennesimo predestinato a non lasciare il segno. Tante analogie con Seedorf e Inzaghi. Inoltre la sua storia da allenatore non lo esalta e avere avuto qualche buona partita con la Primavera non è significativo.
Ero scettico, lo sono, ma poi ho pensato a quale fattore accomuna quelli che considero i migliori allenatori dell'ultimo periodo Conte, Mourinho e Guardiola: la determinazione e le motivazioni che riescono a trasmettere ai giocatori. Vi ricordate Edo quanti chilometri faceva sulla fascia sinistra? E l'aggressività delle squadre di Conte? Vedremo.
Intanto ho ascoltato con attenzione tutta la conferenza stampa di Rino. Penso che più che una chiacchierata di calcio sia stata una lezione di vita. Gattuso, con il suo italiano traballante, ha mostrato come abbia pagato appieno il prezzo per arrivare dov'è.
Ha espresso tanti concetti. La sconfitta deve bruciare, sintomo di una mentalità vincente. E poi il valore della maglia e lo spirito di squadra. C'è un passaggio che mi è piaciuto particolarmente: "Ci sono stati dei compagni con i quali non ho legato e non ci prendevamo caratterialmente ma in campo, con la stessa maglia, mi sarei buttato tra le fiamme, che tradotto in termini calcistici significa aver sempre messo la gamba". Il campo parla ed è su quel rettangolo che un calciatore deve dimostrare il proprio valore. Lui lo ha sempre fatto mettendo la dedizione e la disciplina al primo posto.
Poi ha toccato anche aspetti tecnici importanti.Ha parlato di modulo 3-4 e, tendenzialmente, due punte (suggerimento di Berlusconi). Ha anche evidenziato mancanze che erano sotto gli occhi di tutti, tranne probabilmente quelli di Montella. Kessie non si è mai buttato dentro, André Silva è fortissimo ma a volte gioca da solo e cerca poco il dialogo con i compagni, il possesso palla deve essere finalizzato a verticalizzazioni negli ultimi trenta metri.
Staremo a vedere, fiduciosi ma non esaltati. Domenica si gioca a Benevento, una partita "non facile perché in Serie A non ce ne sono, una gara che deve essere come una finale di Champions" parola di Ringhio!

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