Il Milan!

Caso Donnarumma: e se avesse ragione Raiola?

Una grande presa in giro. Non c'è un altro modo per definire, in modo non volgare, quanto ruota intorno al Milan da qualche anno.
Si parte dalla cessione del club da parte di Berlusconi, una delle vendite più lunghe della storia del calcio. “Lascio il club in mani sicure” aveva detto Silvio ma, alla luce degli ultimi avvenimenti, pare che non sia proprio così. Le mani poco sicure sono quelle del presidente Yonghong Li, che il New York Times ha definito “Proprietario misterioso in possesso di denaro oscuro” al termine di un'inchiesta. Di Berlusconi tutto si può dire fuorché che sia uno sprovveduto, specie nel mondo degli affari. Da mesi non tornano molto più che i conti.
La seconda presa in giro, di stretta attualità, è la vicenda Donnarumma. Non discuto Raiola, che fa il suo lavoro. Non discuto neppure Gigio che, dopo la vicenda estiva, ha terminato la carriera rossonera passando da una possibile bandiera a un portiere in partenza perché sia chiaro, i tifosi si esaltano o deprimono ma non sono propriamente stupidi e chiunque è conscio che presto o tardi Donnarumma partirà. Quello che discuto, per la prima volta, è la coppia Mirabelli-Fassone. Non ho mai ribattuto allo scherno degli interisti e altri tifosi che mettevano in discussione la competenza del duo. Come gli altri tifosi sono rimasto a osservare curioso di capire se si trattasse di persone valide, magari incappate in passato in errori, oppure incompetenti. Ebbene, ancora oggi non ho una risposta. Quello che pare lampante è che non sappiano gestire nel migliore dei modi le diverse situazioni. Il caso allenatore e prima ancora preparatore atletico, quelle del numero della maglia di Bonucci e relativa fascia da capitano, la situazione finanziaria della società (non facile): dapprima nessun problema, poi il voluntary agreement probabilmente rifiutato da Uefa ora la necessità di vendere un “big”. Qui ritorna in auge il caso Donnarumma. Raiola disse in estate che non aveva chiaro il progetto né chi fosse la proprietà e nell'interesse del proprio assistito gli aveva suggerito di andare via. Poi il prolungamento del contratto e l'inserimento della clausula rescissoria di 70 milioni. Ah no, quella ora si scopre non essere stata inserita. Prima si, ora no. Insomma, una grande presa per... in giro!

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