Il Milan!

Donnarumma: e se fosse tutto un bluff?

Ho ascoltato con attenzione le dichiarazioni, post Verona, di Gattuso e compagni di Gigio Donnarumma. Il mister lo ha visto scosso e farà il possibile per tutelarlo, Bonucci lo ha consolato più volte mentre Calabria, sarà poco sensibile, ha affermato che lo ha visto “normale”.
Se Donnarumma avesse voluto sarebbe stato per lui molto semplice avere un epilogo differente. Senza necessariamente liberarsi di Raiola, Gigio avrebbe potuto dire chiaramente al suo procuratore di tacere. Poi sarebbe stata sufficiente una bella dichiarazione di amore per questa maglia e intenzione di diventare una bandiera con il sogno di rimanere a vita al Milan. Punto. Argomento finito. E invece cosa è capitato? Hanno parlato Raiola, il padre, il fratello e qualche amico! Tutti tranne Gigio.
Secondo me potrebbe esserci molto di più. Perché Raiola fa dichiarazioni ora e anche come mai la Curva Sud fa comparire lo striscione “violenza morale 6 milioni all'anno e l'ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene la pazienza è finita!”?
La parte “calda” della tifoseria, è risaputo, ha relazioni con la società. Mettiamoci nei panni di Fassone per un momento e immaginiamo che la situazione economica non sia proprio rosea come tentano di far apparire. È necessario un'iniezione di capitale e Gigio è quello che ha più mercato ed è facilmente vendibile. Che facciamo? Lo vendiamo sputtanandoci? No, molto meglio chiamare il procuratore, dirgli di alzare un po' di polvere, poi sentire i capi ultrà, far esporre uno striscione. Il giovane calciatore, connivente, si mostra turbato e così l'ambiente diventa “insostenibile”. Ecco che arriva il PSG (già contattato) fa un'offerta. Gigio va via perché non sopporta le pressioni, Raiola fa il proprio lavoro, la società Milan incassa e i tifosi, oramai disinammorati, non lo rimpiangono. Vissero tutti felici e contenti?

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