Il Milan!

Ludogorets – Milan 0-3: Europa casa nostra

Quella con il Ludogorets era la classica partita che si pronosticava “rognosa”. Così effettivamente è stata, almeno sino al secondo gol del Milan che ha spento l’agonismo dei bulgari. I giocatori allenati da Dimitrov hanno messo la partita sulla fisicità avendo in Marcelinho il giocatore di maggior talento, che non è certo Neymar.
Gattuso ha confermato gli 11 in campo visti all’inizio a Ferrara facendo capire, ma anche dichiarando, che questi sono i titolari salvo che qualcuno gli faccia cambiare idea durante la settimana.
Cutrone si è confermato un Re Mida. Ha ricevuto poche palle pulite ma nonostante questo è riuscito a segnare a fine primo tempo deviando di testa la palla di Calhanoglu e si è procurato un rigore nella ripresa. Il penalty trasformato da Rodriguez, appena entrato al posto di Abate (Gattuso avrebbe dovuto sostituirlo prima), ha virtualmente concluso la partita.
Nei primi 64 minuti però il Milan ha dimostrato una grande concentrazione e uno spirito di sacrificio collettivo. Biglia ha sbagliato qualche passaggio nella prima parte della gara ma poi è cresciuto con il passare dei minuti. Kessie ha giocato 90 minuti a grandi livelli mettendo alla Ludogorets Arena una grande fisicità. Verso il finale di partita è andato via diverse volte mettendo il cross sfruttato al meglio da Borini che ha arrotondato il punteggio.
Nella fase iniziale i bulgari hanno messo molto dinamismo, il Milan è stato bravo nel farli sfogare affondando appena possibile. I giocatori del Ludogorets non sono quasi mai stati pericolosi, salvo una traversa e qualche respinta di Donnarumma che dovrebbe andare in presa invece che con i pugni ad allontanare. In ogni caso siamo riusciti a non prendere gol anche questa volta, la difesa è un aspetto fondamentale e Gattuso in questo una certezza. Pochi fronzoli, quattro giocatori in linea e nessuna discussione.
La vittoria permette di avere una partita più tranquilla nel ritorno tra sette giorni quando Gattuso potrà pensare a qualche cambio.
Il cambiamento più evidente rispetto ai tempi di Montella è quello atletico. Ora gli undici in campo corrono e si sacrificano, aspetti sconosciuti con l’Aeroplanino. Fare proclami o pensare già a Ringhio quale allenatore della prossima stagione è prematuro, però la mentalità è sicuramente quella giusta. Negli ultimi anni ho sostenuto diverse volte che gli allenatori più vincenti degli ultimi anni hanno un carattere forte e sono ottimi motivatori. Certamente Gattuso lo ha, per il resto vedremo. Intanto ora arriva la Samp, partita da vincere assolutamente. Poi Roma e il derby. In tre settimane capiremo a cosa può ambire questo Milan.

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