Il Milan!

Lazio – Milan 4-5 (rigori): si gioca al calcio. Grazie Gattuso

Un grandissimo Milan con le idee molto chiare e un ottimo gioco sia in fase difensiva che in ripartenza ha ottenuto l’accesso alla finale dopo i rigori. Tante le note positive della serata. Sesta partita consecutiva senza subire reti, marchio di fabbrica di Gattuso che ha trasformato un’armata Brancaleone in una squadra vera. Ottimi i movimenti da parte di tutti così come la condizione atletica.
13 partite senza sconfitte, non succedeva da immemore tempo e il fatto che le ultime due siamo state entrambe a Roma ne aumenta il valore.
La qualifica nei tempi regolamentare sarebbe potuta arrivare se i due episodi clamorosi fossero stato concretizzati: il gol sbagliato di Calhanoglu all’andata e quello di Kalinic al ritorno. Pesantissimo l’ennesimo errore del croato che non ha concretizzato nel secondo tempo supplementare un contropiede con palla d’oro servita da Bonucci. L’errore ha pesato al punto che, comprensibilmente, non ha voluto calciare il rigore.
210 minuti con reti inviolate raccontano di due ottime squadre ben allenate. Quanto è lontano il Milan di Montella che prese quattro sberle nella partita di andata.
Romagnoli un totem, non ricordo una volta in cui Calabria sia stato saltato e Bonucci in grande crescita. Donnarumma è stato indeciso in alcuni episodi, mi riferisco a qualche volta in cui sarebbe potuto uscire, e Rodriguez ha tenuto la palla piuttosto che farla girare velocemente. Minuzie rispetto al dramma di qualche mese fa.
Gattuso ha rivitalizzato Biglia, oggi vero faro del gioco rossonero che si fa vedere e tocca il pallone su ogni azione. Ha fatto da elettroshock anche a Calhanoglu sempre più nel gioco rossonero. È meno protagonista Bonaventura che potrebbe diventare ancora più concreto se giochicchiasse meno pensando a velocizzare l’azione. Ripeto, sono minuzie. Promossi tutti, Gattuso in testa che conferma, a prescindere dai risultati che possono esaltare, di essere concreto e competente. Manca una cosa ancora da verificare: come Ringhio affronti i momenti difficili. O forse lo abbiamo già visto data la partenza della sua avventura sulla panchina del Milan. Tanto lavoro, impegno da parte di tutti, cura dei dettagli e grande motivazione.
Domenica c’è l’Inter che, a differenza nostra, è stata una settimana a preparare la partita alla Pinetina. Però i risultati galvanizzano e questa vittoria, sofferta e faticosa, forse non si sentirà nelle gambe domenica sera.

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