Milano, controlli in metro: Atm e la multa fantasma
“Siete sorelle? Perché nel caso posso farvi una multa sola“. Ecco, già questo basterebbe a far venire voglia di cambiare Paese. Perché vivere in un’Italia in cui qualcuno fa la voce grossa a sproposito e poi veste i panni del finto magnanimo che concede ai trasgressori uno strappo alla regola? Ma andiamo con ordine. La frase infelice lì sopra è stata pronunciata ieri sera, venerdì 8 gennaio, all’uscita dalla fermata della metropolitana di Assago Forum. Io e due mie amiche c’eravamo date appuntamento lì per andare a vedere il concerto di Jovanotti. Arrivo io per prima e mi sottopongo al controllo del biglietto – mai viste verifiche scrupolose neppure con l’antiterrorismo all’indomani dei fatti di Parigi – e… Tac! Beccata! Il biglietto non è quello giusto. “Guardi, ho fatto quello da 2,30 euro schiacciando a caso perché alla fermata Loreto non è ben segnalato il tipo di biglietto da prendere per Assago” dico io sperando di non incappare in sanzioni. “Sarebbe quello da 2,50 ma va bene lo stesso” risponde il controllore Atm. Come “va bene lo stesso”? O è giusto o è sbagliato, è questione di tariffe. O no? Incoerenza, ma intanto non ho preso la multa. Attendo le mie amiche. Che qualche minuto dopo vedo discutere con un altro controllore Atm, molto più zelante rispetto a quello capitato a me. Ricordiamo sempre il “sarebbe…ma va bene lo stesso” di prima.
Al loro controllore non va bene lo stesso. Il loro imperdonabile errore è quello di aver preso un biglietto normale, cioè da 1,50 euro per andare da Cascina Gobba ad Assago. “Eh ma siamo fuori dalla città, serviva quello da 2,50 euro. Dovevate chiedere al personale”. Forse si chiama “personale” perché spesso se ne sta rintanato nei gabbiotti per i fatti propri, visto che negli ultimi 2-3 anni io non è che abbia visto tutta questa abbondanza di addetti Atm sparsi per le stazioni della metropolitana. Lo zelante controllore quindi intende fare la multa alle mie due amiche, che però non ci stanno ad essere accusate di voler fare le furbe. Una delle due afferma anche un improbabile “Mi porti in commissariato, ma io la multa non la pago”, ma questa affermazione priva di senso è del tutto trascurabile nell’economia della serata. Loro contestano e quindi l’inflessibile controllore che fa? Proseguirà inarrestabile sulla propria linea, convinto di aver ragione. Eh. No. Come no? Eh no, dice loro che se sono sorelle può venire loro incontro comminando una sola multa. Ah ma sul regolamento di Atm questo sarà un caso previsto. No. Per nulla. Da nessuna parte. Mai. Tradotto: mister inflessibilità voleva adattare il regolamento a proprio piacimento. Certo, però due persone non possono sbagliare in buona fede ad acquistare il biglietto. Arrivo anch’io, mi lamento del fatto che non ci sono abbastanza informazioni sui costi dei biglietti nelle varie fasce territoriali e mi viene risposto che…devo guardare su internet.
Ma come? Prima non aveva fatto una filippica sul fatto che dovessimo cercare i pii controllori Atm che vigilano ad ogni ora su noi viaggiatori sempre pronti a fregare l’azienda di trasporti? Reitero la lamentela e lui, come se avesse la sciolina sulle parole, se la cava con un “Dovete lamentarvi con Atm, non con me”. Ah ok, sulla divisa aveva scritto Alitalia. Mica Atm in alto a sinistra. Dopo varie argomentazioni da parte nostra – che spaziavano dal fatto che l’informazione su quali biglietti acquistare è decisamente carente fino al “perché non applicate lo stesso zelo nell’evitare che frotte di viaggiatori scavalchino i tornelli in fermate come ad esempio quella di piazzale Loreto a Milano?” – il sergente di ferro dei controllori, il paladino delle aziende pubbliche, l’Uomo Tigre che lotta contro ogni trasgressione che fa? Ci lascia andare senza fare alcuna multa. E i principi innegozibili del regolamento? Cestinati? Come? Erano così incredibilmente giusti e noi del tutto in torto. “Ah siete giornaliste? Allora scrivetelo”. Accontentato, carissimo giustiziere della metro di Milano.