L'ora di Religione

Loppiano, Papa Francesco e le perle di Chiara

E' possibile costruire una “civiltà dell'amore”? O è una frase fatta, una suggestione di belle parole? La cittadella di Loppiano, fondata 50 anni fa da Chiara Lubich e dal movimento dei Focolari, concretizza un sogno di civiltà, in modo da renderlo tangibile e da ristudiarlo di fronte a un mondo che cambia. L'anniversario è stato occasione di confronto sui temi più stringenti per la costruzione di una partecipazione civile, che includa e non escluda. Il 4 ottobre, nel giorno di San Francesco, Papa Bergoglio ha mandato un video messaggio a Loppiano, che sintetizza e proietta i tratti fondanti di questa realtà. Lo riproponiamo per intero, nella versione trascritta dal movimento dei Focolari sul sito web:

«Cari fratelli e sorelle abitanti tutti di Loppiano, buonasera.

Con voi saluto anche tutte le persone che oggi popolano la cittadella voluta da Chiara Lubich, ispirata al Vangelo della fraternità – quella fraternità universale – e coloro che da ogni angolo del mondo sono collegati e partecipano alla festa per i primi 50 anni della sua fondazione.

Loppiano è una realtà che vive al servizio della Chiesa e del mondo, per la quale ringraziare il Signore; una cittadella che è testimonianza viva e efficace di comunione tra persone di diverse nazioni, culture e vocazioni, avendo anzitutto cura nel quotidiano, di mantenere tra voi la mutua e continua carità.

Sono contento che abbiate scelto per questa vostra ricorrenza il giorno in cui in tutta la Chiesa si festeggia San Francesco di Assisi, testimone e artefice di pace e fraternità. È una felice coincidenza anche per me, davvero.

Gli abitanti di Loppiano, quelli che vivono stabilmente e quelli che vi trascorrono un periodo di esperienza e di formazione, vogliono diventare esperti nell’accoglienza reciproca e nel dialogo, operatori di pace, generatori di fraternità.

Proseguite con rinnovato slancio su questa strada, vi auguro che sappiate restare fedeli e possiate incarnare sempre meglio il disegno profetico di questa cittadella fiorita dal carisma dell’unità proprio 50 anni fa. Vivere questo in sintonia profonda con il messaggio del Concilio Vaticano II che allora si stava celebrando, il disegno cioè di testimoniare, nell’amore reciproco verso tutti, la luce e la sapienza del Vangelo. Loppiano scuola di vita, dunque, in cui vi è un unico maestro: Gesù.

Si, una città scuola di vita per far ri-sperare il mondo, per testimoniare che il Vangelo è davvero il lievito e il sale della civiltà nuova dell’amore. Ma per questo, attingendo alla linfa spirituale del Vangelo, occorre immaginare e sperimentare una nuova cultura in tutti i campi della vita sociale: dalla famiglia alla politica, all’economia. Cioè la cultura delle relazioni. Principio della sapienza è il sincero desiderio di istruzione, la cura dell’istruzione è amore. Non è un caso che a Loppiano abbia sede, da qualche anno, l’Istituto Universitario Sophia eretto dalla Santa Sede. C’è un urgente bisogno, infatti, di giovani, di uomini e donne che, oltre ad essere opportunamente preparati nelle varie discipline, siano al tempo stesso, impregnati della sapienza che sgorga dall’amore di Dio.

Cari amici, di cuore auguro, a Loppiano e a tutti voi, di guardare avanti e guardare avanti sempre, guardare avanti e di puntare in alto con fiducia, coraggio e fantasia. Niente mediocrità.

Vi affido a Maria Theotokos, Madre di Dio, che vi accoglie tutti nel santuario al cuore della cittadella. E a voi chiedo di pregare per me. Vi saluto e vi benedico. Arrivederci».

  

Vogliamo omaggiare la memoria di Chiara Lubich anche con questo testo poetico:

 

Le perle di Chiara riemergevano

dal confine del terreno di guerra

mentre arresa nel silenzio del letto,

in un ospedale della sua città

Roma, madre adottiva – convertiva,

per effetto della propria impotenza,

chi tentava con tenacia le cure

finali della sua vita più inerte.

Così rispondeva alla propria angoscia

chi aveva raccolto la sua domanda,

il suo reclamo terminale e muto.

Ma fioriva non vista la vittoria

sullo sguardo spento, condotto per vie

invisibili, in tutto misteriose,

all’accoglienza suprema, totale.

E la resurrezione camminava

nel cuore del medico svegliatosi

all’orizzonte imprevisto dall’arte

appresa.

                      Tornato a casa riapriva

il racconto di Te, che avevi creato,

dopo le esplosioni su Trento, il cuore

nuovo, sognatore e grato di Chiara.

 

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