“Il sole dei viventi”
La narrativa ha previsto e raccontato la saldatura possibile tra marginalità e violenza tanto nella forma della criminalità organizzata che in quella, meno prevedibile, del fondamentalismo. Jean-Claude Izzo in 'Caos totale' (1995, edito in Italia da e/o), primo capitolo di una fortunata trilogia (comprensiva di 'Chourmo' e 'Solea'), vedeva nei giovani musulmani di Marsiglia il pericolo di essere attratti dall'Islam radicale, con una sponda interessata nella destra oltranzista francese. Ne raccontava, con efficacia, il disincanto, la fine dell'ingenuità e la deriva verso una grammatica semplificata della vita e della storia che dava loro un ruolo, armi e anche soldi. Paul Smail, in 'Ali il magnifico' (Feltrinelli 2002), andava alle origini del delirio del giovanissimo Sid Ali, di origine algerina, cresciuto alla periferia di Parigi e divenuto attraverso cattive compagnie, la possibilità del denaro facile, la prostituzione di sé, un serial killer: una vicenda ispirata a una storia vera, ma l'effetto prodotto da Smail era di lasciare il lettore sospeso tra l'accogliere la trama come realmente accaduta o come il delirio di un giovane carcerato. Lo scenario che diventava laboratorio della deriva violenta e distruttiva era, tanto per Izzo e che per Smail, la periferia. Non a caso 'periferia' è uno dei termini chiave del pontificato di Papa Francesco insieme a quello di 'solidarietà' -dare in solido, mediare mettendoci del proprio - che si consideravano un po' da anni Sessanta e Settanta. Un po' dimenticati e citati di tanto in tanto nel benessere occidentale di fine millennio, sono l'una la geografia dei “nuovi europei”, gli immigrati e i cacciati da una vita decente per effetto di politiche economiche sconsiderate che si autoassolvono nel nome del principio di “congiuntura”; e l'altra una risposta sostanziale per dare un nome a chi arriva da lontano, riconoscere lo spessore di una vita e di una speranza. L'anonimato di chi non trova amici e la fretta di chi non vuole fermarsi – due facce di una stessa medaglia - sono l'anticamera della disperazione (andrebbe riletto a riguardo un altro testo di Izzo, 'Il sole dei morenti').
Per molti la realtà è poter dire di sé “Je suis rien”: io sono niente, io sono nessuno. In America Latina si cerca “famiglia” nella criminalità (pensiamo al Messico ad esempio, come anche alle maras in Salvador). Accade anche in Europa, dove però il campo della solitudine è stato arato, tra gli altri e in alcune realtà urbane, dalla predicazione fondamentalista. Alla luce di queste considerazioni possiamo declinare per noi una delle tante possibilità di quello che Gesù dice di sé e di quello che si può fare per lui: “Ero forestiero e mi avete accolto”. Siamo di fronte a fenomeni complessi, frutto di elementi di lungo periodo (colonialismo, neocolonialismo, povertà diffusa in assenza di una classe dirigente che non si concepisca in modo dinastico o nazionalista), dell'analfabetismo così diffuso nei Paesi poveri, e di elementi più recenti: il modello individualista che relativizza il bene degli altri ed esalta quello che crede bene per sé, anche attraverso meccanismi di truffa che hanno sconvolto un mondo che già di per sé non si presenta, nella cronaca, proprio come etico: la finanza.
Gli attentati di Parigi sono detonati nel cuore di un'Europa troppo spettatrice, un po' troppo “congedata dalla Storia” - per usare un'espressione fine di Benedetto XVI – che ha troppo delegato a classi dirigenti un po' involute e senza cultura anche responsabilità che passano nel vissuto quotidiano di ciascuno. “Periferia” e “solidarietà” sono un orizzonte possibile per tutti, capace di generare una cultura nuova perché figlia di rapporti umani oltre che di studio, ipotesi e proiezioni. Il Centro internazionali di Studi per la famiglia ha individuato proprio nella capacità adottiva delle famiglie un potente elemento di integrazione per tanti immigrati soli. Ingenui? Forse, ma l'alternativa non ci ha portato molto lontano. Intanto, da lontano, sono tornate dalla Siria Greta e Vanessa. E sono tornate vive. E' una buona notizia, che rincuora.