L'ora di Religione

Gratis

Il piacere della parola “gratis”. Da riferire alle relazioni, al fermarsi così, per incontrare un altro senza pensare per cosa potrà essermi utile. L'utilitarismo è l'agente corrosivo dell’insostenibile modello di sviluppo economico che si è affermato su scala globale: sfalda tessuti familiari e fa pensare prima a quello “che mi conviene”. E se la convenienza stesse proprio nella gratuità? Dall'89, anno della caduta del muro di Berlino, nel mare magnum dell'interdipendenza si sono scatenati gli squali e anche in Occidente ha avuto difficoltà a resistere l'economia sociale di mercato, al momento l'unica a coniugare l'iniziativa privata alla responsabilità corale (e morale) dei beni nell'ambito di una democrazia. Le illusioni finanziarie e i titoli quotati in borsa senza niente sotto si sono svuotati mentre prosperava – e continua a prosperare – il mercato delle armi. Le persone normali, che sono quelle che fanno da cerniera nella tenuta complessiva della società, sono state impoverite. Si sono cercati i capri espiatori e naturalmente sono i più deboli: i profughi sintetizzano nella loro vicenda il punto terminale del matrimonio nero tra la guerra e l'economia e su di loro si appunta un interessato scontro che parla alla pancia, come se fossero responsabili e non vittime dello sfascio procurato da altri. “Quando il Papa dice che il mondo è troppo regolato dal ‘dinero’ - ha rilevato Romano Prodi al recente incontro promosso dalla Comuinità di Sant'Egidio a Tirana - descrive una realtà globale. Noi dobbiamo correggere la realtà. Deve essere lo Stato a regolare in modo che l'aiuto reciproco vada nella giusta direzione. La gratuità è esaltata quando si vive in un clima di giustizia sociale”. La politica stessa può ribaltare la forza dei luoghi comuni. Prendiamo l’effetto Merkel: “Sui rifugiati era tutto fermo. Poi un governante dà un messaggio politico e si sblocca tutto, perché tutto era dominato dalla paura”. Questo fa riconsiderare con altri occhi la gratuità che “non può essere disfarsi di un peso superfluo”. Ci sono altri elementi da considerare. Ne individua alcuni Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone. La cultura del gratuito reintroduce l’umano nel cuore della vita degli uomini, “emancipa dalla solitudine delle proprie sofferenze e ricrea quell’umanesimo di cui abbiamo bisogno”. C’è anche una questione di tempo gratuito, guadagnato a un riposo che fa riappropriare delle relazioni: “I centri commerciali in Germania ed i negozi sono chiusi alla domenica. E la Germania non è in crisi”. La riduzione della gratuità non fa vedere i poveri ma l’incontro gratuito con loro “ci libera dall'ossessione di ricevere sempre qualcosa in cambio”. La gratuità, per il vescovo luterano Jürgen Johannesdotter, “è espressione di una fede radicata nella realtà”. E Antoine Guggenheim ('Collèges des Bernardins') sintetizza questi elementi con un’espressione efficace: il futuro è scritto spesso nei margini e nelle periferie. Ripartiamo da qui: è una strada molto realista.

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