L'ora di Religione

La pastorale praticata di Gualtiero Bassetti

Pastorale e pratico: in Bassetti le due cose vanno insieme. Quando nel novembre del 1966 ci fu l'alluvione a Firenze, mons. Gualtiero Bassetti, oggi   arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e neo presidente della Cei, non rimase certo a guardare. A raccontarlo è Michele Pierguidi, presidente di una circoscrizione di Firenze, la 2, che ricorda i trascorsi di Bassetti sacerdote al servizio del territorio, in quella stagione: “Il Cardinale cinquant’anni fa era parroco di San Salvi e con Aldo Bernardini venuto a conoscenza di un deposito abusivo di carburo andarono a rovesciare le taniche salvando delle vite umane. Il deposito venendo a contatto con l’acqua dell’Arno che era straripato, avrebbe causato danni e vittime”.
Di Bassetti, non ci sono molti libri, ma quei due che sono stati pubblicati – 'La gioia della carità' e i testi per la Via Crucis del 2016 - dicono molto del suo pensiero e del suo stile pastorale. E' stato opportunamente rieditato 'La gioia della carità', da Marcianum press (I ed. 2015), sintesi pastorale in 376 pagine su Vangelo e giustizia, in cinque capitoli: la Chiesa, il pastore, la difesa della vita, i poveri e la città . L'occasione data dalla pubblicazione della prima edizione del libro erano i vent'anni dall'ordinazione episcopale dei Bassetti, con una una selezione dei suoi interventi. “È fondamentale – si legge in un brano - entrare in una dimensione di perenne missione verso gli ultimi e verso i poveri. Ancora oggi queste parole evangeliche recano scandalo. lo scandalo della povertà è lo scandalo della sofferenza. Ed è anche l’equivoco di una diffusa ideologia che vede nel riscatto sociale un desiderio di vendetta e di potenza”.

A livello popolare è facile parlare della carità, pensando che sia una benevola inclinazione del cristiano, ma “la carità – per Bassetti - non è un ideale o un sentimento affettuoso, ma è un incontro autentico con il divino. È quella strada perfetta che porta a Dio”. Ma esploriamo ulteriormente le pagine del libro, quando Bassetti parla degli “ultimi”, cioè gli “sconfitti della vita” che sono stati abbandonati da tutti; “sono gli esclusi del nostro sistema sociale ed economico prodotti da quella 'cultura dello scarto' più volte denunciata da Papa Francesco”. Gli ultimi sono “gli immigrati e i bambini mai nati, sono i poveri delle periferie e i precari delle metropoli, sono le donne umiliate e gli anziani abbandonati, sono i giovani esclusi dal lavoro e le famiglie maltrattate da una cultura individualista e materialista”. Lo sguardo prima che sociologico, è paterno: “Gli ultimi sono tali per il mondo, ma sono i primi agli occhi di Dio”.

Un altro volumetto di Bassetti è disponibile: la via Crucis scritta per il venerdì santo del 2016 e pubblicata dalla Libreria editrice vaticana. Per molti versi questo libro breve e denso illumina ulteriormente 'La gioia della carità': “Il cristiano – medita Bassetti in una delle tappe - non cerca l’applauso del mondo o il consenso delle piazze. Il cristiano non adula e non dice menzogne per conquistare il potere. Il cristiano accetta lo scherno e le umiliazioni che derivano dall’amore della verità”.

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