Alternative alla vendetta dei “penultimi”
Riconoscere la necessità di governare il fenomeno migratorio (strutturale, durerà ancora parecchio tempo) e scoraggiare i viaggi della morte sono altra cosa dal rifiutare di vedere in un migrante un essere umano, con una storia, con un nome ed un cognome, una domanda non di rado disperata, ma che si vuole a tutti i costi anestetizzare. Si vuole allontare il "fastidio". E' un po' una sorta di vendetta dei "penultimi", che sentono di essere messi in scacco dalla globalizzazione finanziaria ma non sanno come combatterla, verso gli ultimi. “Switchare” da una notizia a un'altra, da un tweet a un whatsapp, ha anche questo potere di addormentare, paradossale peraltro, perché gli strumenti in sé possono comunicare altro dall'indifferenza o dall'odio. Sorprende e addolora l'attacco portato talvolta contro Papa Francesco che difende la dignità di essere umano e un'accoglienza intelligente, che non è impermeabile e sorda al grido di chi può morire tra le onde o nella corrente di un fiume, come il salvadoregno Oscar Alberto Martinez e la sua figlioletta Angie Valeria, di 23 mesi, annegata mentre si stringeva alle spalle del padre nel Rio Grande. E con loro possiamo ricordare la guatemalteca Claudia Patricia Gómez Gonzáles, 20 anni, uccisa da agenti di frontiera mentre cercava di attraversare il confine: sognava di lavorare per pagarsi gli studi. Allarghiamo lo sguardo. Nel 2018 il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti ha superato i 70 milioni. Nella Giornata mondiale del rifugiato sono state ricordate oltre 38 mila persone morte, dal 1988 in poi, “solo” nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Sono volti perduti, non una statistica, non un messaggino. Non è la “loro” tragedia, è anche la nostra. Nella comune appartenenza all'umanità non dovrebbero esserci stranieri, almeno sotto il profilo del riconoscimento dell'altro in quanto uomo, in quanto donna, in quanto bambino. Questa premessa sarebbe utile e, adottata fuori dalle polemiche come nella forma di una moratoria da parte delle forze politiche, consentirebbe di concentrare le forze nel discernere il fenomeno e mettere in campo gli strumenti per affrontarlo, come i corridoi umanitari attivati dalla Comunità di Sant'Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri