‘Sonus pacis’. Osare la pace con le note
Anche la musica ha invocato la pace, ne ha cantato le note o ne ha rimpianto l'assenza, quando Nicola Piovani, nella giornata inagurale, e Paolo Fresu, nella cerimonia finale, hanno dato vita a due momenti di grande intensità interpretativa davanti ai leader religiosi e, nel giorno conclusivo, anche a Papa Leone, riuniti insieme per l'incontro internazionale della Comunità di Sant'Egidio 'Osare la pace'. Bisogna ritornare su questa particolarità emersa in quelle importanti giornate di resistenza all'età della forza.
Nicola Piovani al pianoforte ha portato le note della sua 'Notte di san Lorenzo' su una sequenza ritmata di immagini fotografiche che ritraggono le solitudini del presente (dagli anziani ai senza fissa dimora ai migranti), le guerre e il temibile fungo atomico che con troppa leggerezza viene evocato da chi propugna la presunta utilità dell'arma nucleare.
Il maestro ha detto anche con queste note che 'La vita è bella' e va protetta e custodita come preghiera sincera del cuore e dell'esistenza di ciascuno e tutti.
Paolo Fresu, compositore e trombettista, ha portato una strumentazione essenziale sul palco del Colosseo invocando il 'Sonus Pacis', che ha incantato quanti erano lì.
Proprio Fresu spiega cosa ha ispirato questa composizione inedita, pensata per 'Osare la pace': "Può esistere un suono per la Pace di tutti i popoli? Se sì, questo non deve avere geografie, colori e religioni. Deve essere pertanto capace di rappresentare l’umanesimo, spesso dimenticato, cui l’uomo anela nelle molteplici difficoltà del presente".
È ciò "che ho voluto trasferire in musica, con il mio flicorno e con la mia elettronica, in occasione degli Incontri Internazionali della Pace alla presenza di Papa Leone XVI e di tutti i capi religiosi del mondo.
Un umanesimo fisico e digitale. A ricordare il bisogno di accogliere i nuovi linguaggi e le nuove tecnologie mai dimenticando il passato e la memoria".
