Il pianeta azzurro

Flamanville, nuovo stop. La maledizione di un reattore nucleare che costerà oltre tre volte il previsto

Alessandro Farruggia

Sembra quasi una maledizione. Ancora problemi alla centrale nucleare di Flamanville.  Il reattore nucleare di terza generazione che avrebbe dovuto caricare il suo primo combustibile entro fine anno per poi iniziare la sua attività nel corso del 2019 mostra nuovi problemi realizzativi. Dopo la qualità dell'acciaio del  coperchio del contenitore del reattore _ il vessel _ denunciata nel 2015 (e che dovrebbe portare ad una costosa sostituzione entro il 2024) ora è la volta delle tubature dei circuiti.

A dieci anni dall'inizio dei lavori è una ennesima defaillance che mostra i limiti di una tecnologia troppo complessa e decisamente troppo costosa. L'allarme era stato lanciato martedì da EDF, che in una nota aveva annunciato: "A partire dal 21 marzo EDF ha rilevato deviazioni di qualità nella saldatura dei tubi nel circuito secondario principale dell'EPR di Flamanville" e dovrà ora "avviare controlli supplementari sulle 150 saldature in questione",

La denuncia è stata confermata ai massimi livelli delle autorità nucleari transalpine. Pierre-Franck Chevet, presidente dell'Autorità francese per la sicurezza nucleare (ASN) si è espresso in termini molto severi  oggi in Senato dei nuovi difetti di saldatura scoperti  all'EPR di Flamanville. Tali anomalie sono state considerate "gravi".

Chevet ha parlato dinanzi all'Ufficio Parlamentare di Valutazione delle Ricerche Scientifiche e Tecnologiche, al quale ha presentato la relazione annuale sullo stato della sicurezza nucleare e della radioprotezione in Francia.

"Già a febbraio _ scrive Le Monde _ Asn aveva denunciato delle  "deviazioni" rilevate nella realizzazione di alcune saldature della tubazione di collegamento dei quattro generatori di vapore  verso la turbina. La denuncia riguardava 38 saldature. EDF aveva assicurato all'epoca, si trattava di deviazioni da uno standard "di alta qualità", più esigente degli standard applicati alle attrezzature a pressione nucleare, cosicché questi circuiti rimanevano "in grado di svolgere la loro missione in modo sicuro".

Ma la situazione era ben peggiore. Edf è venuto a conoscenza di questo grave problema il 21 marzo, durante la "prima visita completa" dei suoi ingegneri all'intero reattore. Una visita per verificare il lavoro della sua controllata Framatome (ex-Areva NP) e dei suoi subappaltatori su tutti i circuiti del reattore. "In tale occasione _ scrive Liberation _  le squadre di controllo di EDF hanno constatato che le saldature del circuito secondario, utilizzate per l'evacuazione del vapore dal generatore alla turbina elettrica, non erano chiaramente conformi agli standard qualitativi richiesti per questo tipo di attrezzature a pressione nucleare".

"Le saldature effettuate dalla società specializzata Nordon-Ponticelli's _ ha osservato Edf _ sono state verificate dal gruppo di società incaricate della realizzazione del circuito. Il gruppo di imprese li aveva dichiarati conformi".  "E questa volta _ sottolinea Le Monde _  i problemi non sono in relazione ai requisiti di sicurezza più severi, ma in relazione alla normale regolamentazione di questo tipo di apparecchiature. I difetti riguardano l'intero circuito secondario principale del reattore. "Ciò significa _ spiega Le Monde _ che non sono più solo le sezioni che scaricano vapore dai generatori alla turbina, ma anche le parti che restituiscono l'acqua condensata ai generatori di vapore. Si tratta di 350 metri di tubazioni. Di conseguenza, tutte e 150 le saldature in questo circuito chiuso sono potenzialmente interessate, comprese quelle che EDF aveva inizialmente dichiarato essere ancora buone per la manutenzione".

L'ASN, che martedì ha effettuato un'ispezione del cantiere dell'EPR normanno, è particolarmente critica. L'ispezione ha rivelato che l'organizzazione e le condizioni di lavoro durante i controlli di fine produzione avevano generalmente influito sulla qualità dei controlli. Inoltre, l'insufficiente sorveglianza di questi servizi da parte di EDF e Framatome [ex Areva] non ha consentito di individuare e porre rimedio alle difficoltà incontrate dagli intervenienti. Pierre-Franck Chevet ha parlato chiaramente di "una mancanza di controllo da parte di EDF e Framatome", ha detto che "per alcune saldature, non capiamo come le anomalie non siano state rilevate prima" e ha annunciato che "i controlli sule saldature saranno estesi agli altri circuiti dell'EPR".

Intervistato da Le Monde, Thierry Charles, vicedirettore generale dell'Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (IRSN), ha parlato di una "situazione anomala" e di un "allarme grave", in quanto tre guasti si combinano: saldature mal eseguite, controlli di fabbricazione difettosi e sorveglianza da parte di EDF "avvenuta troppo tardi". ASN è ora in attesa dei risultati dei "controlli aggiuntivi" sulle 150 saldature potenzialmente sospette, "al fine di identificare con precisione quelle con scostamenti qualitativi". Conclusioni sono attese per la fine di maggio. L'operatore dovrà quindi specificare le misure correttive che attuerà, che potranno, secondo quanto specificato da IRSN, andare dalla semplice rilavorazione delle saldature, nel caso più favorevole, alla sostituzione del circuito, nel peggiore dei casi. Solo allora, dice EDF nella nota di martedì, la società sarà "in grado di specificare se il progetto richiede un adeguamento della sua programmazione e dei suoi costi". Che negli anni sono triplicati passando da 3,3 miliardi di euro annunciati nel 2005 a 10,5 miliardi di euro. Non meno grave la questione dei tempi, dato che il reattore doveva essere pronto nel 2012 e non è ancora finito: le ispezioni sulle tubature e i probabili lavori di messa in sicurezza rinvieranno ancora le scadenze. E nessuno sa di quanto.

 

 

 

comments powered by Disqus