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Compleanno Charles Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821). ‘Il veleno’

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Charles Baudelaire

Firenze, 9 aprile 2013

Il veleno

Il vino sa rivestire gli antri più sordidi
d'un lusso miracoloso,
e innalzare una fila di favolosi portici
nell'oro del suo vapore rosso
come un sole al tramonto in un cielo nuvoloso.

L'oppio ingrandisce ciò che non ha limiti,
prolunga lo sconfinato,
approfondisce il tempo,scava la voluttà,
e di piacere neri e torvi
riempie l'anima oltre la sua capacità.

Tutto ciò non vale il veleno che distillano
i tuoi occhi verdi,
laghi in cui si vede la capovolta tremare
l'anima... I miei sogni in folla
vengono a dissetarsi a quegli abissi amari.

Tutto ciò non vale il terribile prodigio
della tua saliva che morde
che la mia anima immerge nell'oblio
senza rimorsi, e al carro della vertigine
la fa rotolare sfinita alle sponde della morte!

(traduzione di Luciana Frezza)

...e secondo la traduzione di Giovanni Raboni

La bettola più cupa sa rivestire il vino
d’un lusso assurdo, e dentro l’oro
del suo rosso vapore
fa sorgere una fiaba di colonne,
come un tramonto nella bruma.

L’oppio ingrandisce ciò che non ha fine,
l’illimitato estende,
il tempo fa più cavo, più profondo il piacere ,
e di nere, di cupe voluttà
l’anima colma a dismisura.

Ma più veleno stillano i tuoi occhi,
i tuoi verdi occhi,
laghi dove si specchia e capovolto
trema il mio cuore, abissi
amari dove a frotte scendono a bere i sogni.

Più tremendo prodigio è la saliva
della tua bocca,
che corrode, che l’anima sprofonda
senza rimorso nell’oblìo
e a filo di vertigine, languente, la spinge alle rive dei morti!

(traduzione di Giovanni Raboni)

Le Poison

Le vin sait revêtir le plus sordide bouge
D'un luxe miraculeux,
Et fait surgir plus d'un portique fabuleux
Dans l'or de sa vapeur rouge,
Comme un soleil couchant dans un ciel nébuleux.

L'opium agrandit ce qui n'a pas de bornes,
Allonge l'illimité,
Approfondit le temps, creuse la volupté
Et de plaisirs noirs et mornes
Remplit l'âme au delà de sa capacité.

Tout cela ne vaut pas le poison qui découle
De tes yeux, de tes yeux verts,
Lacs où mon âme tremble et se voit à l'envers...
Mes songes viennent en foule
Pour se désaltérer à ces gouffres amers.

Tout cela ne vaut pas le terrible prodige
De ta salive qui mord,
Qui plonge dans l'oubli mon âme sans remords,
Et charriant le vertige,
La roule défaillante aux rives de la mort!

Charles Baudelaire 

(Les Fleures du MalSpleen et Idéal, XLIX)

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