Notizie di poesia

Lo sguardo oltre le cose. Franca Mancinelli, ‘Pasta madre’

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Franca Mancinelli

Firenze, 8 agosto 2013 –  Della giovane poetessa di Fano Franca Mancinelli, già vincitrice del Premio Letterario Castelfiorentino sezione inedito 2010, ci occupammo in queste Notizie di poesia più di un anno fa. Lo facemmo ricordando la sua affermazione a quella indimenticabile edizione del Premio, con un brillante, loquace e come sempre acutissimo Alberto Arbasino vincitore del «premio speciale», e con un podio per l’inedito su tema toscano tutto occupato (cosa mai fino ad allora e in seguito accaduta, integralmente a scapito della narrativa) dalla poesia, e per di più dalla poesia di tre donne: con la Mancinelli sul gradino più alto, appunto,  e con al suo fianco altre due poetesse pregevoli come la mantovana-londinese Daniela Raimondi,  affermatasi con un suggestivo poemetto dal titolo Diario della luce, e come l’anconitana (un’altra marchigiana di talento, nel 2013 poi aggiudicatasi il primo premio!) Anna Elisa De Gregorio, medaglia di bronzo con i componimenti di Precarie mappe.

Allora la giuria del «Castelfiorentino» così salutò la sorprendente Mancinelli: «Con la suite intitolata Alla Madonna del Parto Franca Mancinelli accorda e coniuga con assoluta efficacia una personale e matura vena di poesia – quella già configuratasi e resa riconoscibile fin dal suo notevole libro d’esordio edito da Manni nel 2007, Mala kruna – ad aperture toscane in chiave di scenari dipinti: scenari e ibridi traslati ad alta densità ispirativa, riletti e intimamente rivissuti nel segno della poesia che la abita. Con questi versi, più che come una giovane promessa della poesia italiana d’oggi, Franca Mancinelli si segnala come una sua sicura presenza».

Confermiamo senza esitazioni il giudizio di allora (singolarmente impegnativo ma del tutto meritato) alla luce del nuovo libro, che Franca Mancinelli ha appena pubblicato da Aragno. Si intitola Pasta madre ed è accompagnato da una illuminante postfazione di Milo De Angelis, che a proposito della poesia della Mancinelli di «poesia dello sguardo»: una poesia che a noi ha fatto pensare, proprio in questa chiave e  in più di una lettura di testo, alla durissima, spietatamente inesorabile fino all'efferatezza ma proprio così rivelatrice poesia di Bartolo Cattafi.

«E' uno sguardo stringente – scrive De Angelis – , capace di svelare l'altro lato delle cose, la faccia invisibile del dado. Ed è uno sguardo condannato a capire. Vede troppo nitidamente , non vuole cedere all'inganno effusivo, alle illusioni ottiche dell'amore». E ancora, in un'ottica di necessità espressiva totalmente accondiscesa e rigorosamente realizzata, senza orpelli, sfocature o consolatorie deviazioni di rotta, costantemente tenuta tra mente e cuore, pensiero e sentimento, intelligenza e corporeità: «Tutto il libro è un sottrarre e un levigare, uno sforzo di purificarsi, di giungere a una nudità che è conoscenza». Fino al nitore degli oracoli, nitidi nella loro splendida ambiguità.

Brava Franca, brava per davvero: un libro che ti fa onore, cui auguriamo tanti lettori e dal quale estraiamo qualche prova indicativa: indicativa della tua bravura e, insieme, della tua  assoluta originalità di dizione nel quadro della poesia italiana d'oggi.

Marco Marchi

da Pasta madre

cucchiaio nel sonno, il corpo
raccoglie la notte. Si alzano sciami
sepolti nel petto, stendono
ali. Quanti animali migrano in noi
passandoci il cuore, sostando
nella piega dell’anca, tra i rami
delle costole, quanti
vorrebbero non essere noi,
non restare impigliati tra i nostri
contorni di umani.

*

un colpo di fucile
e torni a respirare. Muso a terra,
senza sangue sparso.
Cose guardate con la coda
di un occhio che frana
mentre l’altro è già sommerso, e tutto
si allontana. Gli alberi
si piegano su un fianco
perdono la voce in ogni foglia
che impara dagli uccelli
e per pochi istanti vola.

*

dopo la mietitura
si affacciano allo specchio
con i nodi e le doppie
strade sforbiciate, e molta luce
entrata a mulinare
nel petto come
tra i raggi di una bici.

*

un'esca guidi dentro
le luci dell'estate. Uno spillo
ci regga le pupille, ci fissi
a una parete, decisi
ad appartenere a una qualsiasi
collezione della specie.

*

non distingui un nido
da un intreccio di gesti,
non distingui uno sguardo da un pozzo
non distingui le braccia
dall’edera che stringe in una rete.
A un’ora di sonno da qui
ti svegli fiutando le tracce
dell’uomo che ieri abitava
i tuoi stessi vestiti.

*

torno a immergermi nel corpo
azzurro e buono di una domenica
mattina, fraterna ad altri
senza capelli e occhi, muti
come in un giorno di lavoro
per corridoi
con altre ombre accanto.
Ma in questo chiaro di saliva
cloro e seme, abbandonata ognuno
la sua scorza, gesto dopo gesto entriamo
bambini con un segno d’acqua in chiesa.

*

sulla riva deserta una donna
lentamente avanza oltre la sponda
fino a coprirsi le labbra nel freddo
di un lenzuolo che si apre
al dimenarsi dei piedi.
Oltre la superficie
una mano scende
a toccarle la nuca. Un attimo
e la corrente si ferma, rischiara.

*

dormivo su una pagina ogni notte
bianca. Il mattino
un’ombra del mio peso, alcune pieghe
e subito voltava: proseguire
è questo a capo del principio,
bocca che passa calore
all’aria come potesse svegliarsi
essere ancora salvata.  

Franca Mancinelli 

(da Pasta madre, Nino Aragno Editore 2013)

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