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Firenze, 16 luglio 2015
Il mare come materiale
Scolpire il mare…
Le sue musiche…
Lunghe,
le mobili sue cordigliere
crestate di neve…
Scolpire
– bluastre – le schegge
delle sue ire…
I frantumi
– contro murate o scogliere –
delle sue euforie…
Filarne il vetro in làmine
semiviperine…
In taglienti
nastri d’alghe…
Fissarne
– sotto le trasparenti
batterie del cielo – le bianche
catastrofi…
Lignificare
le esterrefatte allegrie
di chi vi si tuffa…
Scolpire
il mare fino a farne il volto
del dileguante…
Dire
(in calmerìa o in fortunale)
l’indicibile usando
il mare come materiale…
Il mare come costruzione…
Il mare come invenzione…
Giorgio Caproni
(da Il conte di Kevenüller, 1986)
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