Firenze, Palazzo Vecchio.133 poeti in erba per Mario Luzi
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Firenze, 2 marzo 2013
Articolo pubblicato su "La Nazione", 1 marzo 2013.
Luzi: che sorpresa la poesia che recupera il "sospiro profondo" dell'anima
Credere nella poesia, per Mario Luzi, è stato credere nell’ulteriorità della creazione: un movimento naturale che non si arresta e a cui è impossibile sottrarsi, pena la sottrazione dall’autentico, dalla riconoscibilità stessa del nostro destino nel mondo.
Dietro la sua poesia – per dirla in condensati termini ungarettiani – c’è stata e c’è la «vita d’un uomo»: un uomo che inscrive la propria esperienza in cronache, e immerso in quelle cronache mutanti e di difficile decifrazione – presto avvertite dolorose, violente, lesive per sé e per gli altri – cerca di cogliere il valore, gli aspetti più significativi e resistenti.
È una fedeltà a sfondo religioso, che presuppone un disegno enigmatico, nobile e solenne. Ed è una storia che – per via di sofferenza e risarcimenti, ma anche per via di scelte e contributi partecipativi – incarica l’uomo: storia e natura sulla stessa linea, in una stessa prospettiva, o se volete, come si dice in una poesia della Barca, in uno stesso alveo, nel recupero di quel «sospiro profondo» che si diffonde a ritroso «dalle foci alle sorgenti».
L’accusa all’uomo di oggi è schiacciante: l’«umanità», il suo impegnativo contrassegno, latita. E tuttavia la speranza non ha mai abbandonato la poesia di Luzi: il suo «discorso naturale» – passato per mille prove, drammaticamente culturale e esatto – è un discorso all’interno del quale l’uomo può deludere ma rimane rilkianamente responsabile di un destino parallelo a quello della naturalizzazione: l’umanizzazione.
A ripercorrere l’opera di Luzi questa dialettica tra uomo e mondo si riscopre di continuo efficiente: intrinseca, vitale.Talché in un suo bellissimo intervento del 1994 intitolato La voce della poesia nella sostanza del mondo il poeta poteva legittimamente concludere: «Ci si domanda a che cosa serve la poesia. Quando uno si pone questa domanda, è perduto alla poesia. La poesia può servire ed essere inutile, essere inutile e servire. A che? A sentire fino in fondo l’enigma della vita, nel suo bene e nel suo male».
Marco Marchi
Concorso di poesia "Firenze per Mario Luzi", II edizione 2013, promosso dall'Assessorato all'Educazione del Comune di Firenze in collaborazione con il quotidiano "La Nazione"
I TESTI PREMIATI
1° premio: Aurelio Ettore Ventre, Il mondo in casa (Scuola Media G. Della Casa - Borgo San Lorenzo - Firenze)
Il mondo in casa
Mentre scrivevo
mi è scomparsa la mina
e al suo posto è comparsa la Cina,
quando pulivo
mi è scomparsa la scopa
e al suo posto è arrivata l’Europa.
Ero fuori che facevo giardinaggio:
mi è volata via l’erica…
dalle sue radici è nata l’America.
All’improvviso ballavo
al buio tutto solo
è morta la radio ed è nato il polo.
Un pomeriggio che guardavo la tivù
la casa si è colorata di blu
poi è diventata tutta tonda
e scura come la notte fonda.
La mia casa la Terra è diventata
o forse… lo è sempre stata.
Aurelio Ettore Ventre
2° premio ex aequo: Pietro Innocenti, Il tramonto d’inverno (Media Masaccio - Firenze)e Alice Stanghellini, Giorno (Media I. Calvino - Firenze)
Il tramonto d’inverno
Scende lieto intonando dolci note
che ben presto saranno svanite,
sopra case che sembrano vuote,
aspettando stagioni finite.
I bambini ritornano stanchi
dal sonno ormai divorati,
guardando delle colline i fianchi
dal tramonto ancora illuminati.
Pietro Innocenti
Giorno
Su un corpo disteso
Sorge come un brivido tiepido
La nebbia
Un respiro sottile scandisce l’alba
Buongiorno, grida il vento
E l’erba scompigliata
Sorride
A un sogno che si allontana
Alice Stanghellini
3° premio ex aequo: Elia Fathi, Il sogno (Media I. Calvino - Firenze) e Samuele Mannias, Il temporale della guerra (Media Poliziano - Firenze)
Il sogno
Dormo e son falco
che sfreccia nei cielo
ma no! –
sono un orso
che nuota nei geli
corro possente
e mangio sardine
adesso son cane
che caccia faine
divento una foglia
che leggera va via
mi sveglio e son bimbo
che si chiama Elia.
Elia Fathi
Il temporale della guerra
Un rumore sordo giunge dal cielo
ed un fragore di tuono fa calare il gelo.
Grigio è questo temporale,
che alla mia testa fa male.
All’improvviso un lampo scattante
fa incendiare un albero fragile e silenzioso
come una persona timida
in solitudine.
Questi rumori della terra
mi portano alla mente
episodi di guerra.
Ma c’è una cosa che mi fa paura…
Il tuono che rimbomba
mi ricorda un’esplosione della bomba.
Samuele Mannias
La commissione giudicatrice del concorso era composta da Marco Marchi (presidente), Nicoletta Mainardi, Gloria Manghetti e Giacomo Trinci.
Nelle foto a illustrazione del post, assieme agli studenti vincitori e segnalati, Gianni Luzi, figlio del poeta, l'Assessore all'Educazione del Comune di Firenze Rosa Maria Di Giorgi, Marco Marchi, il Vicedirettore della "Nazione" Mauro Avellini e il critico letterario Nicoletta Mainardi.
Leggi il post correlato Luzi. L'anniversario e le carte
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