Cent’anni di Caproni
Firenze, 25 settembre 2012 – Articolo pubblicato su "La Nazione", 25 settembre 2012.
Il Vieusseux celebra Giorgio Caproni a cent'anni dalla nascita
Sarà bello parlare di Giorgio Caproni, rievocarlo attraverso la poesia di cui è stato uno dei Maestri del Novecento, al Gabinetto Vieusseux, a Firenze: nella città dove il poeta incontrava Luzi e Betocchi, in quel luogo canonico della cultura in Palazzo Strozzi nel quale si svolse nel 1986, all’insegna del Seme del piangere e del Conte di Kevenhüller, una delle più emozionanti serate di poesia che il capoluogo toscano ricordi.
Sarà dopodomani, giovedì alle 17 nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, con gli interventi di Adele Dei e Anna Dolfi e le letture di Ornella Marini scelte e commentate da Giacomo Trinci. Fu bello allora e sarà bello adesso, commemorando il livornese e genovese Caproni a cent’anni dalla nascita: quasi un dono protratto, prolungabile in assenza, in cui anche la nostalgia grazie ai suoi versi si annulla. L’affabilità del suo inconfondibile poetare si farà intrattenimento, conversazione a margine e insieme discorso profondo, di peso filosofico. Le sue parole, la sua sintassi, le sue rime e i suoi silenzi saranno gli stessi: sino a farsi quintessenza fisionomica, ritratto del poeta.
E saranno gli stessi anche i significati inseguiti – “cacciati” come nel Franco cacciatore avviene – da un’ispirazione sostanzialmente in cerca di musica, per rimediare alla povertà dell’essere al mondo, per consentire di quel mondo la stupita riabilitazione. Una schiarita oltre il tempo, e liriche destinate a coincidere con la vita stessa: a costituirne in blocco la testimonianza e insieme il segreto, come i preziosi tesori nel fagotto di Annina, la madre-fidanzata di Caproni mirabilmente resuscitata nei Versi livornesi.
Marco Marchi
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