Profondo Rosso

Le interviste immaginarie. Kimi

La fantasia, quando non è malata, è una gradevole compagna di viaggio. Così, alla vigilia di un brindisi dedicato al 2012, l’ennesima intervista immaginaria ha avuto come protagonista lui, il Santo Bevitore. Il biondino. Insomma, l’ultimo campione del mondo al volante della Ferrari. Kimi Raikkonen, esatto.

‘Accetto le provocazioni a patto che durante questa conversazione si svolga una gara di resistenza alla vodka tra me e te – sospira il nuovo pilota della Lotus ex Renault. Pongo un’unica condizione: non sono disposto a parlare di quella volta a Dubai…’

Cominciamo bene.

‘Sì, esatto, ho già svuotato la prima, 1-0 per me. Dicevi?’

Uno a uno, come vodke. Dicevo, ma perché cappero torni?

‘Beh, è semplice. Ho finito i soldi. Della Ferrari. Me ne hanno dati a pacchi, purchè mi togliessi di mezzo e restassi zitto. Mi ci sono pagato due stagioni di rally, quattro stupidaggini con i camion della Nascar, un panfilo rompighiaccio e già che c’ero dieci barili di acciughe sotto sale più 522 otri di vodka purissima’.

Insomma, per scegliere la Lotus hai avuto motivazioni fortissime.

‘Due a uno per me. Ohi, bello mio, me la trovavi tu una scuderia più competitiva? Sinceramente, io rientro dalla porta di servizio, anzi, passo dalla finestra, come quella volta che piantai in asso il pierre della Rossa..’

Prego?

‘Ah, non lo sai? Stiamo a Fiorano per non so quale menata e a un certo punto mi dicono: Kimi, ci sono gli amici degli amici, la tv privata, insomma, bisogna che tu conceda una intervista. Dico, non era previsto. Ah sì, ho risposto? Datemi un minuto. Sono andato al cesso e me la sono svignata da una finestra. Non avevo calcolato che i mezzibusti italiani fossero così permalosi, però’.

In che senso?

‘Da quella volta lì, quella tv mi ha sempre massacrato. Vincevo a Spa? Ero un pirla protetto dalla dea bendata. Hamilton mi tamponava ai box in Canada? Colpa mia. A Montecarlo si dimenticavano di togliermi le termocoperte dalle gomme? Toccava a me avvisare i meccanici. Vuoi che vada avanti?’

Due a due. No, no, anche perché sono cose che sapevo. Ti andrebbe di parlare di Alonso, adesso?

‘Ti interessa il banchiere o il pilota?’

Entrambi.

‘Il banchiere è un grandissimo. Dopo il casino in McLaren e due anni di cacca in Renault il ragazzo era nella melma. Come i banchieri di Wall Street dopo Lehman Brothers, no? E allora si è comprato il posto in Ferrari, pagando per todos fino al 2016. La cosa carina è che tutti ne sono al corrente e tutti non commentano’.

E’ come se tu con la Nokia…

‘Ecco, bravo, è come se io avessi i soldi della Nokia, andassi in Red Bull e dicessi: qui ci sono centinaia di milioni di euro sul piatto, sono vostri se Webber va a correre nei rally in Tasmania. Quattro a due, scusa, ma per l’irritazione mi sono scolato una doppia’.

Forse ha ragione Berger, quando dice che per tornare competitivo in F1 dovresti ridurre il beveraggio.

‘Berger? Buono quello. Tu conosci un pilota che ha guidato per nove anni, nove anni!, la McLaren e la Ferrari senza vincere una beata mazza?’

Quattro a tre. Berger, mi pare.

‘Appunto, quindi da che pulpito viene la predica. Comunque volevo finire il discorso su Alonso. Come pilota, è uno vero. Io lo stimo e siamo pure discretamente amici. Questo per evitare equivoci’.

E Vettel?

‘Mi piace. Non è astemio’.

Schumi?

‘Io lo debbo solo ringraziare. Fu lui a volermi in Ferrari, come erede. E io a Maranello ho coronato il sogno della mia vita. Sei a tre, un’altra doppia’.

Massa?

‘Poverino. Cornuto e mazziato. Fin quando c’era Todt padre, le cose funzionavano. Todt figlio era il manager di Felipe, ma nel 2007 nessuno ha notato differenze di trattamento tra noi due. Poi il padre se ne è andato e qualcuno ha fatto credere al brasiliano che poteva essere il numero uno della Scuderia. Lui ha abboccato ma poi Lehman Brothers, pardon, Santander ha fatto saltare il banco e ti saluto Massa, ciao ciao, il mondiale sai quando lo vinci? Mai’.

Sei a quattro. Ma nemmeno tu mi sa che vincerai qualcosa, con la Lotus.

‘Accetti una scommessa?’

Sentiamo.

‘Io vinco a Spa e tu racconti quella volta a Dubai. Nove a quattro, mi sono fatto una tripla, all’idea di tornare in pista sulle Ardenne’.

Auguri, Kimi.

‘Hic hi hic hurrà’.

 

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