Profondo Rosso

Però, quel Pedescinello…

Vedendo il mio vecchio amico Barrichello arrivare ottavo nella gara Usa di Barber, mi è venuta in mente una cosa. Che voglio condividere con voi, se permettete.

Però, questo Pedescinello! (pedescinello, cioè ciabatta infradito, impietoso nomignolo affibbiato al brasiliano in uno show stile Muppett che andava in onda sulla tv brazileira molti anni fa).

Mi spiego.

Non credo sia andato a protrarre la carriera negli States per i soldi, il caro Rubens.

Ne ha guadagnati parecchi, mentre batteva i record di presenze in Formula Uno.

E se vogliamo guardare le cose con un minimo di obiettività, dobbiamo ammettere che è stato il migliore (o il meno peggio, come preferite) tra tutti i compagni di scuderia che il Vecchio Zio ha avuto nella sua prima esperienza in F1, tra il 1991 e il 2006.

Tutto sommato, Pedescinello ha vinto le sue corse, ha dato il suo contributo (penso al titolo di Michelone nel 2003, alla cui conquista le vittorie di Barrichello in Inghilterra e Giappone diedero una grossa mano).

E' vero, era un piagnone.

E' vero, aveva sempre la scusa pronta per qualunque situazione.

Ma, con buona pace dei detrattori, Pedescinello l'anima ce la metteva.

Non ho memoria di sue esibizioni deprimenti. Poteva andar piano, ma sempre cercando di andare forte.

Infine.

Infine, vederlo ancora lì, a far a ruotate in America, quasi venti anni dopo il debutto in Formula Uno, consolida una mia antica convinzione.

Questa.

Nel giro delle corse, alla fine della fiera sono sempre i piloti i soggetti più rispettabili, anche quando magari risultano simpatici come una terrificante martellata sugli alluci.

Mi piacerebbe se Pedescinello vincesse almeno una gara, negli States.

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