Profondo Rosso

Villeneuve, il Cerchio della Vita

Il cerchio della vita.

Il film del Re Leone.

Ho pensato al film della Disney, quando ho letto che il prossimo 8 maggio, trentesimo anniversario della tragedia di Gilles, la Ferrari aprirà le porte di Fiorano al figlio Jacques. Per fargli guidare la 312 T4 di Forghieri, la monoposto con la quale il piccolo canadese sfiorò il titolo, chiudendo la stagione in scia all'amico e compagno di squadra Jody Scheckter.

Credo sia una iniziativa bellissima. Che ha il potere di ridestare in me medesimo un fiume di ricordi.

Facevo il liceo, quando in tv annunciarono che per sostituire Niki Lauda, il grande Niki, il Vecchio di Maranello aveva puntato su uno sconosciuto. Uno che si chiamava Villeneuve. Uno che aveva disputato appena un Gran Premio di Formula Uno, con la McLaren, nel luglio del 1977, pochi mesi prima.

Come tanti, se non come tutti, rimasi sbalordito.

Mi dissi che Enzo Ferrari era, banalmente e crudamente, rincoglionito.

Non avevo capito un accidente.

Non molto tempo dopo, passando attraverso esperienze anche allucinanti (la carambola letale in Giappone, per dire), Gilles era diventato l'idolo di una intera generazione.

La mia.

Mi dispiace, ma se non avete avuto vent'anni a ridosso del 1980 non potete capire.

Non capirete mai.

Poi ci fu la tragedia, destinata a lasciare in noi un senso di vuoto che mi permetto di reputare incolmabile.

E ancora.

Trascorre il tempo, non sono più un ragazzo e mi vengono a dire che bisognerebbe aiutare il figlio di Gilles. Cioè Jacques. Gareggiava in Italia in formule minori e aveva bisogno di sponsor.

Scrissi un articolo.

Passarono ancora mesi e anni.

Infine, all'incirca a metà anni Novanta, Villeneuve junior correva e spesso vinceva nella Indy, insomma, nelle competizioni Usa.

Aveva un sogno.

Prendere il posto che era stato di suo padre. A Maranello.

Mi ricordo (io mi ricordo troppe cose, scusate) che ne parlai con LCDM, alias Luca Cordero di Montezemolo.

Mi disse: sa, mi piacerebbe, sarebbe anche un bellissimo colpo di immagine, ma abbiamo appena preso Schumi, non possiamo. Dirò a Todt di offrire al ragazzo il posto da collaudatore, magari tra un paio di stagioni Jacques sarà pronto per il grande salto.

Todt fece la proposta a Villeneuve junior.

Villeneuve junior si incazzò come una bestia.

Si sentì offeso.

E firmò per Williams, sin dal 1996, con i buoni auspici di Bernie Ecclestone, sempre affascinato dai nomi, pardon, cognomi che fanno cassetta.

Il resto lo sapete.

Jerez 1997 e bla la bla.

Un Villeneuve campione del mondo!

Quella sera, a Jerez, mi venne in mente una scena alla quale avevo assistito nel 1983.

Primo anniversario del disastro di Zolder.

A Fiorano venne inaugurato non so cosa per Gilles.

C'era il Vecchio.

E c'era Jacques, ragazzino, con la sua famiglia.

Ferrari si avvicinò al bambino e gli disse qualcosa all'orecchio.

C'è una foto, che ritrae quel contatto tra generazioni lontanissime.

Immaginai, 14 anni dopo, che il Drake avesse detto a Jacques: riuscirai a fare ciò che tuo padre, per colpa del destino, non ha potuto realizzare.

Era successo, veramente.

E' trascorso ancora tanto, troppo tempo.

Villeneuve junior ha smesso, con ragione, i panni dell'anti ferrarista. Si è anche riconciliato con la figura del genitore. Che, per ragioni privatissime, aveva a lungo ostinatamente rimosso. Una volta, per dire, andammo a Pavullo, presso la sede di una ceramica che sponsorizzava Jacques. Gli operai gli fecero trovare un mega poster che sommava l'immagine del padre sulla Rossa alla sua a bordo della Williams. Villeneuve junior non la volle firmare e nemmeno ritirare.

Ma nella vita si cambia. A volte, in meglio.

L'8 maggio 2012 Jacques sarà a Fiorano.

E' una bella notizia.

E' una bella storia.

E' il cerchio della vita.

Che si chiude.

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