Profondo Rosso

A proposito di figli d’arte

Banalmente ma anche inevitabilmente, con la vittoria di Rosberg junior in Cina son tornati di moda i Figli d'Arte.

Dirò la mia in materia, basandomi sulle modestissime esperienze personali. Segnalo che non sempre Dna e cognome hanno portato fortuna ai rampolli lanciati sulle paterne orme: non è che i figli di Lauda o di Scheckter o di Nakajima abbiano tagliato chissà quali traguardi, pur disponendo di iniziali appoggi. Peccato non ci abbia provato il figlio di Nakano, sempre aspettando un nipote di Mazzacane, va mo là.

Orbene. Orbace. Ordunque.

Il migliore, tra gli Eredi materializzatisi sotto il mio sguardo di oculare testimone, è stato certamente Damon Hill.

Posso immaginare la sorpresa di taluni, ma sono convintissimo.

Io il caro Damone lo avevo ribattezzato, all'alba degli anni Novanta, 'Comandante Zero'. Era un riferimento al numero zero che la Williams gli aveva appioppato, sia nel 1993 che nel 1994. Il nomignolo veniva da reminiscenze para rivoluzionarie, roba da Nicaragua, insomma, non è colpa mia se ho una certa età.

Hill non era un fuoriclasse assoluto, eppure non ha sfigurato a cospetto del Prost in uscita, così come, dopo la tragedia di Ayrton, si è confrontato, con la stessa macchina, con l'ultimo Mansell.

Veniva visto come un raccomandato e si narrava avesse chissà quali responsabilità nelle sconfitte iridate del 1994 e del 1995. Solo che veniva battuto dal Vecchio Zio, mica da un pirla qualsiasi.

E ci sono stati alcuni Gran Premi nei quali il mio Comandante Zero si faceva rispettare persino da Schumi (vedi Suzuka 1994, se la memoria non mi inganna).

In Inghilterra Hill è molto apprezzato anche oggi. Ha vinto solo un mondiale, ma meritatamente. Ed è stato dignitoso anche nel post Williams. Provateci voi a vincere con la Jordan a Spa (va bene, nel caos della rissa Schumi-Coulthard, ma lui era lì) e nel 1997 stava pure per vincere con la Arrows (con la Arrows!) in Ungheria.

La faccio breve.

A me Damone è piaciuto più del figlio di Gilles. Anche costui entrò in F1 dalla porta principale (la Williams era il super team dell'epoca) e il primo duello in famiglia con il Comandante Zero lo perse, nel 1996. Inoltre, dopo aver sconfitto il Vecchio Zio nella stagione successiva, Villeneuve junior si è distinto per le sparate verbali, non per le prestazioni. Lo dico con dispiacere, avendo adorato suo padre. Aggiungo che fu patetico il rientro, al posto del licenziato Trulli, sulla Renault del 2004. Okay, il suo compagno era l'emergente Alonso, ma non fu una bella figura.

Su Nico ci siamo già espressi tra noi: vedremo quali sviluppi avrà la sua carriera.

Resta inteso, comunque, che il miglior figlio d'arte deve ancora arrivare. Si chiama Mick, ha un cognome che comincia per 'S' e mi hanno sussurrato che...

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