Se la DucAudi non ha più il vero Rossi
Come credo mi sia già capitato di raccontare, io non ho una competenza specifica sulla moto.
Nella mia troppo lunga carriera, ho seguito 12 Olimpiadi, fra estive e invernali. Più di 300 Gran Premi di Formula Uno. E mondiali di calcio, atletic, nuoto, sci, pallavolo, eccetera.
Ma le moto praticamente mai. Ricordo di essere andato un paio di volte a Imola, all'epoca in cui ancora c'era Doohan e Valentino era un ragazzo nella 250.
Questo per dire che quando leggo le vostre opinioni sul presente triste di Rossi sono, ecco, vagamente estraneo alla materia.
In compenso, da emiliano, sono oggettivamente un fan della Ducati, adesso DucAudi.
Premetto che non mi dà fastidio l'acquisto della azienda di Borgo Panigale da parte del gruppo Volkswagen. Questi tedeschi a suo tempo hanno comprato la Lamborghini e l'hanno lasciata dov'era, cioè non hanno delocalizzato. I tedeschi sono intelligenti, forse più di colleghi italiani che progettano di far costruire le Maserati nel New Mexico.
Aggiungo invece che mi seccherebbe molto se la Ferrari, pur restando in teoria a Maranello, finisse in mani straniere. Mi seccherebbe perchè nell'ideale patrimonio collettivo di una nazione la Ferrari comunque è più importante, oserei precisare patriotticamente più significativa, della proprietà Ducati.
Ma questo è un altro discorso, che mi auguro non essere mai costretto ad affrontare (non ne sono tanto sicuro, detto tra parentesi).
E veniamo a Vslentino.
In una faticosa esistenza di guardone dello sport, non raramente ho assistito al declino, anche repentino, di immensi fuoriclasse.
Delle due, l'una.
O Valentino ha imboccato il viale del tramonto. Succede, non c'è niente di male e ha torto chi nega il contributo di emozioni che Rossi ha saputo regalare. Non mi piace l'ingratitudine. Stiamo parlando di un Campionissimo, che ha collezionato record e successi. Approfittare del declino per sminuirne il passato è un esercizio degno di Maramaldo. Non mi interessa.
Oppure, Valentino non è finito, non è alla frutta, non è la reliquia di se stesso. Cioè ha sposato la moto sbagliata, è infelice in Ducati oggi Ducaudi e affonda mestamente duellando con Barbera e Champagne.
Io dove stia la verità non lo so.
Credo aiuti anche poco, a capire, un sistema di informazione (sulla MotoGp) che è condizionato da affari e rimpianti. In quasi due anni, da estraneo non ha ancora trovato una spiegazione esauriente e credibile sul fallimento (perchè, oggi non si discute, di fallimento si tratta) del matrimonio tra Rossi e la Rossa.
Volete provare a darmela voi?
