Profondo Rosso

Perchè un giorno Vettel sarà ferrarista

'Siamo nella stessa lacrima'.

Anzi tutto ringrazio il prestigioso cloggaro Odin: il suo ottimo vino è stato consumato con amici sfollati dalla Bassa modenese, per le note ragioni.

Dopo di che, business as usual.

Noto che qua e là, da giorni, sin dalla vigilia di Montecarlo, rimbalzano ipotesi sul futuro in Rosso di Seb Vettel.

Sono arrivate le ovvie smentite e ci mancherebbe.

Mica stiamo parlando di una operazione a breve.

Ma il Bibitaro un giorno arriverà a Maranello.

Lo so e stop.

Mi spiego.

Prendete la storia della Formula Uno. Quella dell'ultimo quarto di secolo. Facciamo dalla seconda metà degli anni Ottanta.

E prendiamo i Grandissimi del volante.

Mansell, la Ferrari l'ha guidata.

Prost, la Ferrari l'ha guidata.

Senna, senza il muro del Tamburello, era già d'accordo con Todt e Montezemolo: non appena la Ferrari fosse stata abbastanza competitiva, si sarebbe vestito di Rosso.

Schumi, nel progetto dell'avvocato e del Pinguino, prese logicamente il posto di Ayrton, con i risultati felicemente a tutti noti.

Raikkonen, la Ferrari l'ha guidata.

Alonso, la Ferrari la sta guidando.

Con tutto il rispetto per gente in gamba (penso ad Hakkinen, per dire), la conseguenza dell'esame...statistico è chiarissima: i Numeri Uno alla prospettiva ferrarista ci tengono. E ci tengono perchè chi fa il mestiere di pilota, alla fine della fiera, ha un sano e santo riguardo per la storia dell'ambiente al quale appartiene.

Se poi calcolate che in oltre trent'anni il mondiale con il Cavallino l'hanno vinto, con buona pace del cloggaro Abramo, in due (2), comprenderete agevolmente la suggestione della sfida.

Qualcuno potrebbe obiettare: sì, ma Vettel sta in Red Bull e non sta mica male, se consideriamo i risultati.

E infatti Seb, nel medio termine, è destinato a rimanere dove si trova.

Qualcuno potrebbe obiettare: sì, ma allora Hamilton? Non è forse un numero uno?

Certo che è un numero uno, replico io.

Nemmeno c'entra, a proposito del Nero, la presenza di Alonso in Emilia.

Almeno a parole (poi occorrerà sempre verifica dei fatti, per carità) Fernandel ha detto di non opporsi all'ingaggio, un giorno, di un altro top driver.

Ciò premesso, chi disegna le strategie ferrariste preferisce Vettel. E Vettel, dopo la Lattina Magica, preferirebbe la Ferrari alla McLaren (o alla Mercedes).

Liberi tutti, s'intende, di cambiare idea strada facendo.

Ma, per il momento, lo scenario ipotizzato è il più realistico.

Ai posteri, eccetera.

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