Noi, quelli del Gp Terremoto
Scusate la divagazione.
Per una volta, lasciatemi parlare di noi. Di noi terremotati.
L'altra sera stavo partecipando ad una sagra della parrocchia.
Si è avvicinata una bambina. La conosco per ragioni di amicizia con i genitori.
Immaginavo volesse chiedermi qualcosa, che ne so, sulla Ferrari piuttosto che sulla imminente Olimpiade di Londra o sulla nazionale di calcio, cose così.
Invece mi ha detto: scusa, tu fai il giornalista e sai le cose, mi spieghi perchè il terremoto ce l'ha tanto con noi?
Benedetta innocenza dei bambini!
Poichè tra scosse, moti di assestamento, pezzi di territorio che svaniscono, amici sfollati, anziani accampati in tende, persone talmente impaurite da dormire in macchina anche se l'epicentro è parecchi chilometri più in là, ecco, poichè stiamo ballando tutti la tarantella di San Vito, insomma, sì, cosa potevo rispondere?
Ho provato.
Sai, ho risposto, il Signor Terremoto non ce l'ha con nessuno in particolare. E non devi ascoltare certe allucinanti trasmissioni tv, dove ti raccontano che invece si poteva prevedere, che invece la colpa è di uomini che non hanno vigilato o hanno esagerato con certe procedure e bla bla bla.
Mi piacerebbe, ho aggiunto, che fosse così, perchè avere qualcuno con cui prendersela certo non migliora la situazione, ma almeno vale come valvola di sfogo.
Invece qui non abbiamo un capro espiatorio, anche se, italianamente, presto scatterà il meccanismo del colpevole a qualunque costo, poi tra qualche tempo non mancherà chi salterà fuori a denunciare i ritardi nella ricostruzione e vedrai che prossimamente diranno che c'è chi specula sull'emergenza, chi ruba, eccetera.
Purtroppo ho una certa età. Conosco il mio Paese e i suoi difetti.
Eppure, proprio perchè conosco gli italiani e i modenesi in particolare, sono convinto di una cosa.
Questa disgrazia che sembra non finire, questo trambusto permanente che al minimo sussulto di un oggetto ti induce a sospettare il peggio, tirerà invece fuori il meglio di noi e da noi.
Non ce n'era assolutamente bisogno, di una prova del genere. Ma io penso che tanto disagio ci aiuterà a comprendere la stupidità e la inutilità di mille preoccupazioni fasulle, di mille esigenze inventate ad arte e bla bla bla.
Per dire, sono due settimane che a me dell'ultima App non frega assolutamente una mazza. Nè mi sembra più così particolarmente significativo l'andamento dello spread.
S'intende, ho detto ancora alla bambina, che spero di tornare presto ad occuparmi di App e di Spread, ma giuro che non torneranno mai ai primi posti della mia Hit Parade personale.
E infine, cara piccina, vedi, adesso sono in partenza per un viaggio che fino a qualche settimana fa avrei affrontato volentieri. Ora invece mi dispiace partire, perchè preferirei restare qua, a condividere il disagio di tutti, l'angoscia di tutti.
Non so se sono stato convincente, comunque la bambina mi ha abbracciato forte.
La successiva scossa è stata anche più forte, ma bona lè, una più una meno...