Parliamo un po’ di noi
...spero che Trince abbia pazienza, fra qualche riga mi occuperò delle sue legittime osservazioni.
Nel frattempo, consentitemi di dar ragione, per una volta, al mio pierre personale. Che non è il Cola, bensì Abramo, un uomo originario di Oulu cresciuto a Turku ma curiosamente finito a vivere a Prato, in mezzo ad una comunità di anti finlandesi. Infatti, son tutti cinesi.
Dico: seconda sessione di libere a Montreal.
Sto scrutando i tempi.
13 (tredici!) piloti nel giro di un secondo.
E chi manca?
Ohibò.
Lui.
Il mio idolo.
Il Biondino.
Il Santo Bevitore.
L'ultimo campione del mondo con la Ferrari.
Sarà una dolorosa sofferenza, per me medesimo, attendere il responso delle qualifiche.
Ciò premesso, ho un debito con Trince, cloggaro di antica fede.
E non mi rivolgo solo a lui.
Allora.
Questo è un posto libero.
E' nato, principalmente per merito di Otelma, addirittura all'alba del nuovo millennio.
Andiamo indietro, eh.
Abbiamo fatto una fatica porca per farlo crescere, il bambino chiamato Blog.
Ci sono, ci siamo riusciti. Nonostante questo non sia il sito del New York Times.
Io non intendo assolutamente rinunciare alle caratteristiche di quella che è casa mia.
L'educazione.
La civiltà.
Il buon senso.
Il gusto per l'ironia.
Dopo di che, nemmeno posso istituire un controllo alla frontiera.
Se qualcuno entra nel territorio e si comporta da cafone, non ho e non voglio avere il potere di scacciarlo.
Nemmeno avrei tempo per farlo: mi piacerebbe moltissimo vivere professionalmente occupandomi esclusivamente di Blog/Clog, ma non funziona (ne avevo anche parlato con Ukio, a suo tempo, ma ci sono vincoli non superabili).
Ergo, come ripeto spesso, mi affido allo spirito di tolleranza della gente migliore.
Siamo la maggioranza.
Non esiste che una minoranza, per quanto rumorosa, possa guastare l'ambiente naturale, ciò che con tanta passione è stato creato, ciò che abbiamo costruito.
S'intende che chi non ce la più a sopportare gli intrusi, ha il sacrosanto diritto di abbandonarmi.
E io certo non lo biasimerò.
Però, dal mio punto di vista, è sempre preferibile l'idea di fare barriera. Con l'indifferenza, unica arma accettabile. Nella Rete, per me, indifferenza è sinonimo di non violenza, il mio mito gandhiano.
Forse sto scrivendo troppo, perchè sono in una parte di mondo ad occuparmi di cose che francamente non mi entusiasmano. Chiedo scusa, uno nasce prolisso e muore confuso.
Infine. gli aspetti tecnici.
Ukio e Rhodes mi sono testimoni.
Per me, gli accessi-contatti-a capo-Ipad-eccetera sono forme traslitterate dall'ostrogoto.
Non manco di segnalare le sacrosante lamentele a chi di dovere, ma di più non posso fare.
Altro da aggiungere?
Sì.
Una volta, tempi remoti e giovanili, qui eravamo in due.
Io e mio fratello Otelma.
Ci inventavamo identità fittizie e conversazioni balorde per alimentare il fuoco.
All'età che ho, non farà mai più freddo.
Grazie a tutti per la comprensione.
