Profondo Rosso

Valencia, la noia e la perduta opulenza

Scriveva Keynes: mai fare programmi a lungo termine, perchè nel lungo termine saremo tutti morti.

Io aggiungo e completo: mai fare programmi nemmeno a breve.

Infatti, fidandomi poco del leggendario IDR e ancora meno di Balotelli e Cassano, avevo progettato di rientrare oggi in Italia, effettuare un rapido pit stop di bagagli e calarmi trionfalmente su Valencia.

Non accadrà.

Debbo dire che mi mancherà più la città, che è deliziosa, del Gran Premio.

La corsa di Valencia rappresenta uno sfacciato omaggio ad una opulenza che non c'è più.

Tecnicamente è una sorta di obbrobrio. I sorpassi sono impossibili e ovviamente manca il fascino storico di Montecarlo, che pure è una gran bella menata, detta come va detta.

In compenso, l'ambiente è fantastico, la collocazione del tracciato in zona mare è strepitosa, eccetera.

Ma dubito che in occasione delle precedenti occasioni qualcuno si sia divertito.

Probabilmente a decidere l'andamento della gara saranno le qualifiche del sabato. Non è una grande scoperta, ma è la ragione che mi induce ad indicare due favoriti.

Uno è il Nero.

L'altro è lo Zio.

Opinione condivisa da Cassano, Balotelli e Giaccherini, mentre ancora non ho avuto modo di apprezzare il parere di Ogbonna, sicuramente il migliore in campo, al posto del rotto Chiellini, nella trionfale esibizione dei nostri eroi sul palcoscenico dei quarti di finale.

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