Profondo Rosso

Italia-Germania, dalla parte di Schumi

Arrivato a Varsavia, per questa fondamentale partitissima con i tedeschi.

Ma non voglio parlare di calcio.

Mi occuperò invece del tedesco che stimo di più.

Lui, lo Zio.

L'Epta.

Michael Schumacher.

Ho appena finito di leggere su una rivista inglese una lunga intervista a Norbert Haug, il capoccione della Mercedes.

Dice, più o meno, l'ottimo Salsicciotto a motore:  'Se noi come team non avessimo commesso tanti errori oggi Michelone in classifica avrebbe una settantina di punti'.

Haug sostiene che è stata la squadra a danneggiare l'Epta e aggiunge di non essere stupito per il podio di Valencia, il primo da quando il marito di Corinna è tornato nei Gp.

Io lo sapevo, dichiara Salsiccciotto, ma chi va a riguardarsi l'ultimo giro di domenica comprende che in Schumi il Dna della velocità pura è intatto.

Ciò chiarito, Haug precisa che comunque è ancora presto perchè Mercedes e Michael si siedano alla stessa tavola per discutere il rinnovo del contratto, che è in scadenza.

Qui ci vorrebbe un esperto in decifrazione dei geroglifici, tipo Stele di Rosetta. Qui siamo alla Stele del Salsicciotto. Boh. Cioè, se il Vecchio ti soddisfa dovresti togliergli dalla testa la tentazione di piantare baracca e burattini, no?

Comunque, nell'affanno di un mese infernale (questo Europeo è diventato una macchina schiacciasassi, per chi fa il mio mestiere: c'è proprio tanto da lavorare e chi mi segue qui porterà pazienza, sono distratto da cucchiai di Pirlo, gel di Ronaldo e meno male che c'è Odin a suggerirmi battute), nell'affanno, dicevo, mi ero dimenticato di segnalare una bella intervista resa dall'Epa PRIMA di Valencia al quotidiano francese L'Equipè.

Aveva detto lo Zio: io sono consapevole di non essere più allo stesso livello della mia prima carriera, eppure credo di essere ancora abbastanza veloce.

Io credo che in questa frasettina ci sia tutta l'onestà intellettuale del personaggio.

Il tedesco che ammiro di più.

Nonostante lo spread.

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