Profondo Rosso

Tra Alonso e l’Oro di Olimpia

Una informazione di servizio, diciamo così.

Sono in partenza per Londra.

Fra estive e invernali, questa sarà la mia tredicesima Olimpiade.

Quando partecipai alla prima, nel 1988 a Calgary, non avrai mai creduto di accumularne tante.

Invece i Giochi sono diventati una costante, nella mia vita professionale.

Questa immagino sia l'ultima, alla anagrafe non si scappa, alla salute nemmeno.

So che sulla Olimpiade ci sono opinioni tremendamente contrastanti.

C'è chi pensa si tratti di una carnevalata figlia esclusiva del business.

Chi, citando Atene 2004 ma non solo, ritiene i Giochi l'anticamera della bancarotta (e meno male che Monti ha rinunciato a Roma 2020).

Eccetera.

Io sono parte in causa, diciamo così, e non voglio condizionare le idee di nessuno.

Mi limterò ad un nanetto, nel senso di aneddoto.

Sydney2000.

Cessi dello Stadio Olimpico, monumentale e meraviglioso (come tutta l'Australia, aggiungerei).

Accanto a me, per le note funzioni fisiologiche, c'è un nero.

Indossa una felpa con scritto 'Burundi'.

Lo riconosco.

Poche ore prima, nella maratona maschile, era schizzato in testa al via come un pazzo.

Scoppiato, dopo una dozzina di chilometri si era rovinosamente ritirato.

Richiusi i pantaloni, mentre ci laviamo le mani, gli faccio i complimenti per il coraggio.

Lui, con un sorriso enorme, mi fa: grazie, sai, oggi ho coronato il sogno della mia vita, ho partecipato alla Olimpiade, ci pensavo da quando ero bambino e con i miei 14 fratelli facevo la fama sull'altipiano e sognavo di correre fino ad arrivare qua.

Questa era, è e resta la mia idea di Olimpiade.

Ps. Mentre voi vi godete l'oro di Alonso, per tre settimane io avrò altro da seguire. Spero di riuscire a tenere d'occhio gli eventi ungheresi del prossimo week end. Qui scriverò di Giochi e di Formula Uno, sperando di non scontentare nessuno (per i più anziani di Clog mica è una novità, feci la stessa cosa da Pechino 2008).

Un caro saluto a tutti e un grande ringraziamento per il numerosissimo seguito.

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