Profondo Rosso

Un altro Ventennale per Schumi

Ci dovremo abituare.

Con l'Epta di mezzo, le ricorrenze sono destinate a moltiplicarsi.

Dodici mesi fa, più o meno in questo periodo, si celebrava il ventennale del debutto di Michael Schumacher in F1.

Spa 1991. Spa 2011.

Stavolta, siamo al Ventennale della prima vittoria.

Spa 1992.

Io c'ero.

Anche allora era appena stata disputata una Olimpiade.

Quella di Barcellona.

Subito dopo lo spegnimento del tripode, eravamo andati a Budapest.

C'era anche Edwige Fenech, tra parentesi. La Ferrari festeggiava non ricordo cosa e la Signora era lì con il Presidente Luca Ciuffo Conte Duca Capostazione.

In Ungheria, Nigel Mansell si era spettacolarmente laureato campione del mondo, in una gara vinta da Senna.

Il 1992 fu un anno molto noioso, ai box.

La Williams Renault del Leone era troppo superiore.

Patrese, il compagno del Ruggente, era bravo ma non abbastanza.

La McLaren, con Senna, schierava Berger.

La Ferrari faceva pena. Non per colpa di chi (Alesi e Capelli) la guidava.

Andammo a Spa per la solita sinfonia Williams.

Io ero già innamorato delle Ardenne.

Avevo compreso sin dalla prima visita personale, 1989, che un altro posto simile non esisteva, sulla mappa dell'automobilismo moderno.

Fu una domenica molto...belga.

Con scrosci di pioggia improvvisi, carambole, eccetera.

Ad un certo punto si trovò in testa un giovanotto 23enne.

Michael Schumacher.

Ne scrivevo già con ammirazione, perchè mi sembrava il meno lontano dalla generazione dei Grandi (Senna, Prost che nel'92 si riposava, Mansell).

Ma non avrei mai osato immaginare, lo ammetto, tutto il resto.

Schumi vinse in un delirio di tifosi tedeschi mentre Briatore, molto più magro di oggi, era felice come un bambino.

Mi avessero detto che avrei rivisto l'Epta almeno altre novanta(90) volte sul gradino più alto del podio, eh, non ci avrei ovviamente creduto.

A volte il destino ti invita a fare il testimone di eventi che cambiano la storia del piccolo mondo che stai raccontando.

Passati vent'anni.

Non spesi interamente invano, davanti a una Olivetti e poi a un lap top, grazie anche al Vecchio Zio.

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