Profondo Rosso

L’addio a Watkins, il ‘Doc’ della F1

Vorrei dedicare un pensiero a Sid Watkins.

Se ne è andato in punta di piedi e molti, legittimamente, nemmeno sapranno chi era, chi è stato.

Watkins fu per molti anni il medico ufficiale della Formula Uno.

Lo conobbi per la prima volta a Imola, nel 1989, quando Berger si schiantò contro un muro, la Ferrari prese fuoco e ci furono lunghi minuti di panico, nonostante l'eroico intervento degli addetti anti incendio.

Poi lo ritrovai, distrutto nell'anima, nei giorni crudeli della morte di Ratzenberger prima e di Senna poi.

Era il 1994.

Watkins aveva incontrato Ayrton il sabato, dopo la tragedia dell'austriaco.

Ne aveva colto l'intima disperazione e si era permesso di suggerirgli di smettere subito con le corse, immediatamente, se non si sentiva più sicuro di se stesso, dell'ambiente, delle macchine.

La domenica accadde quello che accadde.

Watkins era un gentiluomo britannico. Sembra uscito da un film di David Niven.

Si è spento a ottantaquattro anni. Era rimasto ai box, se non ricordo male, fino al 2004.

 

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