Profondo Rosso

Donne e cose coreane

Cose coreane, per ingannare il tempo dell'attesa.

Prima, però, gli auguri alla De Villota, che è riapparsa con una benda sull'occhio perduto e che oggi si appresta a narrare, in conferenza stampa, i drammatici momenti del suo incidente in sede di test. Io non mi sono mai occupato dell'episodio, in sede di commento, per la assoluta mancanza di informazioni 'indipendenti'. L'importante, comunque, è che la signorina si sia salvata.

E auguri anche a Monisha Kaltenborn, che da oggi è ufficialmente il capo della Sauber. al posto del pensionando Sauber medesimo. Monisha è operativa già da mesi e per orgoglio femminile qualche mia lettrice potrebbe arguire che solo così si spiegano le recenti, brillanti prestazioni di Perez e Koba. Io mi adeguo, proponendo Penelope Pitstop al posto di Domenicali.

E veniamo ai rimasugli di memorie coreane.

Mi ricordo un pugile.

Si chiamava Ki Soo Kim.

Io ero bambino e in Italia si delirava per Nino Benvenuti (o, in subordine, per il suo grande avversario, il toscano Sandro Mazzinghi).

Tifavo per Nino, ma Nino perse, in Corea, il suo primo match contro questo Ki Soo Kim, poi successivamente sconfitto da Mazzinghi.

Lì fu chiaro che i coreani, del Sud o del Nord, erano, per lo sport italiano, una sorta di incubo.

Nel 1966 i nordisti comunisti ci eliminarono dal mondiale di calcio, disputato in Inghilterra.

Fu un'onta nazionale. Rivera e Mazzola, Facchetti e Bulgarelli (che si fece male dopo un po', lasciando la squadra in 10, non essendo permesse all'epoca le sostituzioni) eliminati da dilettanti sconosciuti.

Molti anni dopo, alla Universiade del 1987, a Zagabria, avrei incontrato Pak Doo Ik, l'autore del gol decisivo. Faceva l'assistente della nazionale studentesca del suo paese.

Non ho mai capito se di mestiere facesse davvero il dentista. Pare di no. Comunque, mi fu impossibile chiederglielo.

Nel 2002 i coreani del sud, capitalisti, grazie ad un arbitro sudamericano corrotto, poi finito in galera perchè nascondeva droghe nelle mutande, insomma lui, il signor Moreno, buttarono fuori dal mondiale la nazionale di Totti, Del Piero, Vieri.

Con simili precedenti, non esattamente beneauguranti, è dura essere fiduciosi per Alonso, ehm ehm ehm.

 

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